Ultime notizie AccoltellamentiDonald TrumpJannik SinnerRomaUcraina
POLITICAAntonio TajaniCarlo CalendaCrolliFinanzaGoverno MeloniInchiesteKievLazioRomaRussiaUcraina

L’ira di Tajani sulla Russia dopo l’attacco di Zakharova: «Così rafforza il sostegno a Kiev». Calenda: «Restauriamo la Torre coi loro soldi»

04 Novembre 2025 - 15:37 Davide Aldrigo
Il richiamo formale consegnato al vice capo missione dell'ambasciata di Mosca. Che però ribadisce: «Più fondi all'Ucraina, meno ai beni culturali»

Un richiamo formale, la ferma condanna dello sciacallaggio verbale, la conferma del sostegno all’Ucraina. Sono i tre punti che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha consegnato al rappresentante del governo russo presentatosi oggi alla Farnesina all’indomani dell’attacco di Maria Zakharova all’Italia. La portavoce del ministero degli Esteri russo ieri aveva «festeggiato» il crollo parziale della Torre dei Conti a Roma – poi costato la vita a un operaio – collegando quanto accaduto alle risorse impegnate dal nostro Paese per sostenere Kiev. Parole inaccettabili, era sbottata incredula subito dopo la Farnesina, prima di convocare l’ambasciatore russo a Roma. Di fronte a Tajani e ai suoi collaboratori, per la verità, questa mattina si è presentato il vice capo missione dell’ambasciata, funzionario di grado ben inferiore. A lui, comunque, fa sapere in una nota la Farnesina «è stato rivolto un richiamo formale e sono state contestate le volgari parole» pronunciate ieri da Zakharova. Parole inaccettabili, gli è stato ribadito, considerato che sono state «diffuse mentre era in corso in Italia una tragedia che ha coinvolto vite umane» e che l’Italia dal canto suo non ha mai fatto venir meno «sentimenti di vicinanza anche quando in Russia si sono verificati eventi luttuosi». Se il Cremlino scommette sul fatto che il governo italiano cambi la sua linea di politica estera con tali «dichiarazioni aggressive», conclude la Farnesina dando conto del colloquio, si sbaglia di grosso. Al contrario, esse «non fanno che rafforzare l’idea del popolo italiano di difendere chi è sotto attacco in una aggressione illegale e ingiustificata, in violazione del diritto internazionale», ossia l’Ucraina.

La Russia: «Condoglianze per l’operaio morto, ma Zakharova ha ragione»

Ben diverso il resoconto dell’incontro prodotto dal vice capo missione dell’ambasciata russa. Le parole di Zakharova sul crollo della Torre dei Conti sono servite «da pretesto» per scatenare una «aggressiva, esecrabile campagna antirussa promossa da Roma sui media», ha detto dopo il faccia a faccia alla Farnesina Mikhail Rossiyskiy In una nota pubblicata sul suo canale Telegram, se non altro, oggi l’ambasciata russa ha espresso «le proprie condoglianze per la morte dell’operaio rumeno Octay Stroici» e augurato «pronta guarigione a tutti i feriti». Ma ha al contempo ribadito di ritenere «fondate» le «preoccupazioni manifestate da Maria Zakharova sulla riduzione dei finanziamenti ai settori dei Beni culturali e del patrimonio storico italiano, riduzione causata dall’impiego sconsiderato dei fondi provenienti dai contribuenti italiani a sostegno del criminale regime terroristico ucraino».

Calenda: «Restauriamo la Torre con i beni sequestrati ai russi»

Anche Carlo Calenda è andato su tutte le furie per l’attacco russo. Ma in un post su X, il leader di Azione ha proposto una soluzione concreta per far capire la lezione a Mosca: «Una risposta adeguata sarebbe restaurare la Torre dei Conti con i beni sequestrati ai russi. Partiamo da qui». Critico anche Riccardo Magi (+Europa): «L’ambasciata russa, convocata oggi alla Farnesina dopo le ignobili frasi della portavoce del Cremlino Zakharova sul crollo della Torre dei Conti, ha risposto con la solita macabra arroganza. D’altronde per il Cremlino le vite dei suoi concittadini non sono importanti, e infatti li sta mandando a morire al fronte nella folle invasione di Putin in Ucraina».

Il giudizio di Crosetto su Zakharova

A margine della Festa dell’unità nazionale e delle forze armate ad Ancona, anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è tornato sull’argomento: «Non bisogna dare peso alle parole di quella signora e i suoi commenti non portano a nulla di positivo. Non cito neanche il nome per non darle peso». In un colloquio con Repubblica, Crosetto aveva già espresso la sua posizione. «Non leggo mai cosa dice questa signora… Una microscopica parte, né rilevante né sofisticata come lo sono altre, della capacità di disinformazione russa», aveva detto. Per poi proseguire: «A parti invertite, cioè se fosse crollato un pezzo di storia russa, importante per i russi, con la vita di una persona in pericolo, mi sarei sinceramente preoccupato e rattristato. Non mi sarebbe passato in mente di polemizzare».

leggi anche