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Sinner torna sulla Davis. Le ragioni di una «pausa necessaria», la promessa a Berrettini e la fiducia nei compagni di squadra: «Si può vincere anche senza di me»

04 Novembre 2025 - 20:35 Cecilia Dardana
jannik sinner
jannik sinner
Il tennista italiano, da poco tornato ad essere il numero 1 al mondo, racconta le ragioni di una pausa necessaria, ma anche la fiducia incrollabile nei compagni di squadra

«Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato in Italia e non in Austria, o da un’altra parte, perché questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io». Jannik Sinner parte da qui, mettendo a tacere le critiche che a più riprese l’hanno travolto soprattutto per alcune decisioni evidentemente non condivise dai suoi detrattori. Cioè quella di non prendere parte alla fase finale della Coppa Davis a Bologna. Nel quarto capitolo della serie Jannik, oltre il tennis, intervistato dal direttore di Sky Sport Federico Ferri, il di nuovo numero uno del mondo racconta le ragioni di una pausa necessaria, ma anche la fiducia incrollabile nei compagni di squadra.

La necessità di una pausa e l’inizio della preparazione

«A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme», spiega Sinner. «E soprattutto a fine stagione una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Se hai una settimana in più di preparazione, arrivi più forte, più carico, con più energie e soprattutto con più voglia. Giochiamo a tennis tutti i giorni e quindi ci sta che, a volte, non hai tanta voglia».

«Non avevo dubbi: è la scelta giusta»

Il campione altoatesino chiarisce che la priorità è la gestione fisica e mentale: «Se tu inizi una settimana prima le settimane di carico, quelle sono importantissime, soprattutto per l’inizio della stagione ma anche a lungo termine e per la prevenzione degli infortuni. Quindi per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio: non giocare la fase finale di Davis è la scelta giusta».

La promessa a Berrettini e la fiducia nella squadra

Il numero uno del mondo ha poi ricordato il trionfo del 2023 e una promessa fatta a Matteo Berrettini: «L’anno scorso è stato diverso. Non ho giocato a Parigi, ho voluto giocare la Davis perché l’avevo promessa a Berrettini, quando abbiamo vinto nel 2023. Lui era lì a sostenerci e io gli ho detto “ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile” e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che nel 2025 sicuramente non avrei giocato».

Una decisione che non significa rinuncia all’Italia, ma fiducia nei compagni: «Abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile! Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta».

«La forza dell’Italia sta nelle differenze»

Infine, un pensiero sul Paese che rappresenta: «Abbiamo le strutture, gli allenatori, i giocatori, tantissime mentalità differenti. Alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna: la forza sta nelle differenze. Dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita».

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