Sinner e la maledizione delle finali (perse) con mamma Siglinde in tribuna: «Dopo Roma e Parigi, per lei Wimbledon era l’ultima chance» – Il video

Nel box di Jannik Sinner mai si è presentata mamma Siglinde. Troppa sofferenza, troppa tensione e, probabilmente, anche una buona dose di superstizione. La madre del tennista altoatesino glielo aveva promesso anni fa, come lo stesso azzurro ha raccontato in un’intervista a Sky Sport: «Quando ho iniziato a giocare meglio e parlo di due, tre anni fa, mia mamma mi ha detto: io non voglio essere nel tuo box, però se fai le finali in un Grande Slam in Europa io voglio essere lì. All’inizio ho riso e le ho detto sì… ma tanto pensavo che non sarebbe mai successo». Poi sono arrivati gli Internazionali di Roma, un’eccezione alla regola degli Slam, e il Roland Garros. Siglinde era lì ma in nessuno dei due tornei il tabellone ha sorriso a Sinner, che si è ritrovato a un passo dal mettere la mamma davanti a un ultimatum.
La scaramanzia di Sinner: «Non glielo volevo dire»
«A Roma non ha visto nessuna partita, tranne la prima contro Navone. Si è ripresentata alla finale, e ho perso», racconta ridendo Sinner al direttore di Sky Sport, Federico Ferri. «Vado in finale a Roland Garros, la chiamo e mi conferma che sarebbe venuta. Viene, si sistema in tribuna e vede una partita in cui succede di tutto e di più», ricorda il tennista che quella partita, dopo essere stato in vantaggio per 2-0, se l’è lasciata scivolare tra le dita contro il rivale Carlos Alcaraz. «Dopo Parigi le ho detto: guarda, se hai superato questo puoi superare tutto». Passa poco più di un mese ed è la volta di Wimbledon, sempre contro lo spagnolo in finale: «Quando mi ha detto che sarebbe venuta a Wimbledon… non glielo volevo dire, però mi sono detto: questa è la sua ultima chance».
Il rapporto stretto con i genitori: «Durante la squalifica erano davvero preoccupati»
Ora però il sostegno di mamma Siglinde dagli spalti sembra essere sempre più ricorrente. «Ha già chiesto a Riccardo Ceccarelli (il mental coach di Sinner, ndr) di aiutarla. Si metterà lì e piano piano imparerà anche lei: già adesso si vede che non sorride più, è tutta concentrata. Non farà nemmeno più l’applauso», ha riso il numero 1 al mondo. Il discorso sulla madre è stato occasione per Jannik Sinner di tuffarsi nel suo passato e nel rapporto strettissimo che lo lega ai genitori: «Volevano e vogliono sempre che io sia contento. Sono molto felici per quello che sono diventato e per il mio successo. Hanno visto che non ero felice dopo Parigi, o durante i tre mesi di squalifica in cui ho vissuto momenti difficili, e lì erano preoccupati davvero». Ricorda poi il momento in cui è entrato sul centrale a Wimbledon, con il papà sugli spalti: «Lui era lì, sono entrato nel campo, l’ho visto ed è stato come sentirgli dire che ce l’avevo fatta».
