Caso Report, anche FdI molla il Garante della Privacy: «Sciogliamolo». Ranucci in tv: «Si dimettano»

«Non sarà certo Fratelli d’Italia a difendere» il Garante per la Privacy. È con queste parole che Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione dei meloniani, apre allo scioglimento dell’Authoriy invocato da Partito democratico e Movimento 5 stelle. All’epoca delle nomine, spiega il deputato, FdI rappresentava appena il 4% dei parlamentari, perciò a suo avviso è assurdo sostenere che l’ente sarebbe «politicamente schierato» con l’attuale governo. «Delle due l’una: o i dirigenti di Pd e M5S sono stati talmente sprovveduti da nominare un’Autorità che oggi definiscono vicina a FdI, oppure sono così confusi da lasciarsi dettare la linea da Report e dal suo conduttore, Ranucci».
Donzelli apre alle opposizioni
Oltre a rigettare le accuse di complicità tra governo e Garante, Donzelli apre allo scioglimento invocato dalle opposizioni. «La coerenza di Fratelli d’Italia resta la stessa di sempre: favorevoli, con grande slancio e giubilo, allo scioglimento di qualsiasi ente o autorità nominata dalla sinistra». Dopodiché, pur non ostacolando la richiesta Pd e M5s, il deputato ricorda che «nei sistemi democratici lo scioglimento delle autorità indipendenti non compete alla politica». Anzi, accusa le opposizioni di voler condurre una battaglia ben precisa. «Ci sono altre colpe per la privacy da espiare, oltre quella di aver avuto l’ardire di sanzionare l’intoccabile Report? Il messaggio che si vuole far passare è chiaro: chi tocca Report subisce il “metodo Report”, fatto di pedinamenti, controlli ossessivi e macchina del fango», attacca Donzelli.
Le parole di Giorgia Meloni
In mattinata era stata Giorgia Meloni a esprimersi sulla questione, incalzata da alcuni cronisti prima di partire per Bari: «Spetta al collegio decidere. Come sapete l’azzeramento non è di nostra competenza, è una decisione che spetta a loro. Questo garante è stato eletto durante il governo giallorosso, in quota Pd e Cinque Stelle. Dire che sia pressato dal governo di centrodestra mi sembra ridicolo. Non se la prendano con me, forse potevano scegliere meglio».
Le ipotesi dimissioni di Guido Scorza
Nelle scorse ore, lo stesso Guido Scorza, componente del collegio del Garante della privacy, ha aperto alla possibilità di valutare le dimissioni: «Vediamo cosa succederà nelle prossime ore. Quella di un mio passo indietro è stata una riflessione che ha preceduto qualsiasi altra. La scelta, per ora, è stata quella di restare». Ma lo afferma con l’amaro in bocca: «Gettare la spugna mi dispiacerebbe e la vivrei come una sconfitta».
Ranucci: «Opportuno lo scioglimento»
E in attesa che dal Garante arrivino annunci ufficiali in merito a un eventuale scioglimento, è lo stesso conduttore di Report, che ha svelato la visita del membro Agostino Ghiglia nella sede di FdI poche ore prima della salatissima multa comminata al programma Rai, a intervenire sulla vicenda. «Se per Donzelli fare due puntate dedicate al garante della privacy è reagire alla sanzione Report non è quello che ha visto: abbiamo denunciato spese di rappresentanza, sanzioni ridotte e poi cadute in prescrizione come per Meta per gli smart glass, se Donzelli pensa che il problema sia la sanzione a Report fa uno sfregio alla democrazia. E in ogni caso per il garante non c’è nessuna possibilità che si impongano dimissioni», dice Ranucci a Otto e Mezzo, rispondendo al deputato meloniano. E quando gli viene chiesto se è opportuno azzerare i vertici dell’Authority, Ranucci è chiaro: «È un bene che si dimettano. Come possono continuare a prendere provvedimenti così delicati?».
Foto copertina: A sinistra il deputato di FdI Giovanni Donzelli, a destra il giornalista Sigfrido Ranucci
