«Lasciate i bambini del bosco con i loro genitori»: Raccolte 1.800 firme per salvare la famiglia nel casolare di Palmoli

Continua il sostegno alla famiglia anglosassone che vive in un casolare isolato nei boschi di Palmoli, nel Vastese, Abruzzo dove due genitori, lei australiana, 45 anni, lui britannico, 51 stanno crescendo i loro bimbi in modo del tutto “ecologico”, senza acqua corrente e con l’home schooling. Il caso, raccontato dal Messaggero, riportava l’interesse dei servizi sociali, che hanno osservato delle criticità nella vita alternativa della famiglia, con il rischio di un’azione da parte del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila.
Come vive la famiglia nel bosco
Catherine Birmingham e Nathan Trevallion stanno crescendo i loro bambini in una ex casa colonica priva di allacciamenti tradizionali a gas, acqua ed elettricità, al momento alimentata da pannelli solari, con pozzo e camino, che funge da riscaldamento. I minori, una bambina di otto anni e due gemelli di sei, non frequentano la scuola ma una insegnante molisana cura privatamente la loro istruzione. I genitori, come raccontato dai cittadini della zona non vivono isolati: hanno rapporti con i vicini, ricevono visite e possiedono anche un asinello, Gallipoli, molto seguito ed amato dai bambini della zona. Nel settembre 2024 la famiglia però finisce tutta in ospedale per un’intossicazione da funghi. I carabinieri verificano il domicilio attivando anche i servizi sociali. Questi ultimi ritengono che la casa, dove i bambini crescono sereni, non è idonea ad accoglierli. Insistono su un bagno interno assente ma la famiglia ha un wc esterno che impatta in modo minimo nell’ambiente. Scatta la richiesta della Procura per i Minorenni dell’Aquila per sospendere la responsabilità genitoriale e valutare l’affidamento temporaneo dei bambini. Il caso diventa nazionale, se ne interessano media e trasmissioni tv. La famiglia non si nasconde, anzi, rilascia interviste dove dichiara il proprio stile di vita, spiegandone le ragioni e facendo vedere la crescita sana dei propri bambini.
Le 1800 firme raccolte
Così la cittadinanza attorno alla famiglia si fa attiva. Secondo quanto ricostruito da Il Messaggero sono almeno dieci le testimonianze scritte depositate dalla coppia – tramite il loro legale, Giovanni Angelucci – per difendere la potestà genitoriale. A queste si aggiungono oltre 1.800 firme raccolte su una petizione online.
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La lettera del legale con i genitori
«Non commettiamo alcun reato nei confronti dei nostri figli crescendoli in un ambiente naturale con acqua pulita, un posto caldo e sicuro dove dormire, mangiare e giocare – hanno scritto i genitori in una lunga lettera inviata al giudice -. Un sistema di toilette a compost, sicuro ed estremamente comune in tutto il mondo per il risparmio idrico, e la loro crescita sociale con persone che condividono i nostri valori, mentre vivono costantemente la società attraverso gite e uscite settimanali a negozi, parchi, amici e vicini». I bambini, spiegano, svolgono «in autonomia». Attività intervallate dallo studio di italiano, matematica, scienze e lingue. «Il tutto certificato da una maestra che li segue e da lezioni online».
