Ultime notizie Atp FinalsDonald TrumpJannik SinnerJeffrey Epstein
ATTUALITÀAccoltellamentiBambiniFriuli-Venezia GiuliaInchiesteOmicidiTrieste

Giovanni sgozzato dalla madre, il tentativo del padre di proteggerlo dopo le minacce di lei: il bracciale che poteva salvarlo e gli allarmi ignorati

15 Novembre 2025 - 12:52 Ygnazia Cigna
bambino sgozzato madre smartwatch
bambino sgozzato madre smartwatch
Dopo le esplicite minacce della donna di fare del male al figlio, il padre del bambino gli aveva regalato uno smartwatch. Un tentativo di garantirgli un contatto diretto, ma la donna potrebbe avergli impedito di indossarlo la sera in cui lo ha ucciso

Il piccolo Giovanni, il bambino di nove anni ucciso a coltellate dalla madre Olena Stasiuk, aveva ricevuto lo scorso anno per il compleanno uno smartwatch dal padre, l’operaio Paolo Trame. Non un regalo di intrattenimento qualsiasi, ma un oggetto pensato dal genitore per consentire al bambino di chiamarlo in caso di emergenza. Regalo che, alla luce del drammatico epilogo dei giorni scorsi, dimostra i timori che il padre nutriva verso l’ex moglie, seguita dai servizi sociali e da un centro di salute mentale per problemi psichici. La donna, infatti, assumeva farmaci per la schizofrenia e più volte aveva manifestato comportamenti aggressivi. Con quel regalo, l’intento del padre era garantire al figlio un contatto diretto con lui in situazioni di pericolo, soprattutto dopo le minacce della madre. Non è chiaro, però, se il piccolo Giovanni indossasse quell’orologio la sera in cui la madre lo ha ucciso con una coltellata alla gola nella sua abitazione di Muggia, in provincia di Trieste.

I timori (ignorati) del padre

Già da tempo il padre del bambino aveva messo in guardia le autorità competenti. «Quella donna è pericolosa, non lasciate che veda nostro figlio da sola», aveva scritto in atti giudiziari del 2021, opponendosi alla richiesta della madre di stare da sola con Giovanni. I timori del padre non erano infondati. Nel giugno del 2023, infatti, il bambino era finito in ospedale con lividi sul collo e sulla mascella, conseguenza di un tentativo di strangolamento da parte della madre, confermato anche dal racconto del piccolo. La donna aveva anche minacciato il suicidio e il possibile coinvolgimento del figlio: «Se non mi date l’affidamento di mio figlio mi butto nel mare e mi annego assieme al bambino», aveva dichiarato agli assistenti sociali e ai giudici. Minaccia che, di fatto, ha in parte portato avanti. Dopo aver ucciso il figlio, Olena Stasiuk ha infatti tentato di togliersi la vita.

La condizione instabile della madre

La coppia si era separata quando Giovanni aveva appena un anno. La madre lavorava in maniera irregolare e non aveva una dimora stabile, circostanze che avevano reso necessario un intervento dei servizi sociali e incontri protetti fino al maggio scorso. Solo nelle ultime settimane il bambino era stato affidato alla madre per brevi periodi senza la supervisione degli assistenti. Il padre, preoccupato, aveva cercato anche di sostenerla economicamente versandole 250 euro al mese e contribuendo a trovare un miniappartamento nel centro di Muggia tramite la parrocchia, dove la donna poteva incontrare il figlio tre volte alla settimana. Nonostante tutte le precauzioni, però, il padre non si è mai sentito sereno di lasciare il bambino da solo con l’ex moglie. La procura di Trieste indaga con l’ipotesi di reato di omicidio volontario pluriaggravato a carico di Olena Stasiuk. Sono ora al vaglio gli atti giudiziari, le relazioni dei servizi sociali e tutti i precedenti episodi di violenza e minacce.

Foto di copertina: a sinistra il bambino con lo smartwatch e a destra la casa dove è avvenuto l’omicidio

leggi anche