Il piano per riportare a casa i bambini nel bosco: la casa in pietra da rifare, la scuola, i vaccini

Il primo obiettivo è il ricongiungimento. Il secondo è il ritorno nell’abitazione nel bosco a Chieti. L’avvocato Giovanni Angelucci sta studiando le cinque pagine dell’ordinanza del tribunale dei minorenni che hanno portato via i tre fratellini, Rose Utopia, Galorian e Bluebell, che hanno tra i sei e gli otto anni. Per permettere a Catherine Birmingham e Nathan Trevallion di ovviare ai punti critici segnalati dai giudici. E tornare a vivere nel casaletto che si trova ai bordi della strada provinciale per Vasto. Insieme agli altri 60 “neorurali” che si sono stabiliti negli anni tra Palmoli, Tufilo e San Buono.
La casa in pietra
La casa in pietra comprata dai due coniugi nel 2021 con 20 mila euro senza accendere un mutuo ha una superficie di 40 metri quadrati. Gli ambienti sono due: la cucina e lo stanzone con quattro letti. Fuori dalla casa c’è una roulotte. La giudice Cecilia Angrisano e il suo collegio hanno documentato attraverso la relazione del servizio sociale che risale al 23 settembre 2024 che i bambini vivono con un water a secco in giardino. Mentre secondo il rapporto dei carabinieri che risale al 4 ottobre 2024 il manufatto sarebbe instabile e posizionato in un’area a rischio sismico. Le utenze non sono allacciate. Il gas è sostituito da una bombola che alimenta una stufa. In più c’è un caminetto in cucina. Al posto dell’elettricità ci sono i led a soffitto. L’acqua viene prelevata da una fonte.
L’ordinanza
E ancora: nell’ordinanza 454 c’è scritto che i tre fratellini parlano male l’italiano. Perché non vano a scuola al mattino. L’assenza di frequentazione dei coetanei, secondo i giudici, può avere effetti «sullo sviluppo cognitivo-emotivo». Mentre l’unschooling fatto da una maestra molisana non basta. Infine, c’è la questione medica. I bambini non vengono vaccinati a parte quella che hanno ricevuto alla nascita. Non hanno avuto nemmeno il vaccino anti-Covid. E i genitori non vogliono che venga prelevato loro il sangue. Il padre Nathan ha chiesto, senza ottenerli, 150mila euro per concedere il prelievo.
Ti potrebbe interessare
- «Quando torniamo a casa?». La richiesta dei bambini tolti alla famiglia nel bosco di Chieti, il legale: «Anche la mamma è molto scossa»
- Bambini tolti alla famiglia a Chieti, la provocazione di Crepet: «Genitori sui social tutto il giorno sì, chi cresce i figli liberi nei boschi no?»
- La carica dei “Neorurali” nei boschi d’Abruzzo: «Siamo in 60, coltiviamo e parliamo delle tribù pre-moderne. Ridate i figli a Nathan e Catherine»
La ristrutturazione
E allora il piano dell’avvocato prevede al primo punto la ristrutturazione della casa nel bosco. Un ingegnere ha presentato un progetto e l’attività verrà iniziata a breve. Si aggiungerà un vano per il gabinetto collegato a un sistema di fitodepurazione. E una stanza in più servirà ai tre figli. Per le utenze i problemi sono generali: «Le condutture generali del gas in una zona così remota non esistono, dovrebbero ricorrere a bombole». La cucina economica che Nathan ha acquistato prevede piatti di ghisa riscaldanti: «La casa è fissa a 22 gradi, persino troppo calda», assicura il legale. Infine, sulla pericolosità dell’abitato, «un certificato di idoneità statica è già stato rilasciato lunedì scorso».
La scolarizzazione dei bambini nel bosco
Infine, sulla scolarizzazione, il provvedimento di un istituto comprensivo di zona «ratifica la richiesta di avvalersi dell’istruzione parentale». Utopia Rose può accedere alla terza, gli altri due inizieranno il loro unschooling affiliato a una scuola bresciana. «Non parlano bene l’italiano, ma parlano l’inglese». Sui soldi: «I coniugi hanno due conti correnti, una vettura con bollo e assicurazione, due telefonini e un tablet. Pagano le tasse sulla casa e sulla spazzatura. Possiedono tutto quello che serve per l’essenziale, il superfluo lo rifiutano». Entro la prossima settimana il ricorso verrà depositato. I giudici decideranno se basterà.
