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Trump e le minacce a Maduro: «Se vuoi salvarti, dimettiti e lascia il Venezuela». Da Caracas telefonano alla Casa Bianca, ma nessuno risponde

01 Dicembre 2025 - 16:05 Alba Romano
donald trump nicolas maduro
donald trump nicolas maduro
Maduro avrebbe contro-proposto un piano su tre punti, tutti respinti al mittente da Washington. Ora il Venezuela si attende nuove operazioni anti-narcos, anche terrestri

Il passaggio sicuro a Nicolas Maduro, alla moglie e al figlio fuori dai confini del Venezuela in cambio delle dimissioni immediate. È questa la proposta, che tanto assomiglia a una minaccia, presentata dal presidente americano Donald Trump nella sua telefonata con il presidente del Paese sudamericano, poco prima di intimargli ufficialmente la chiusura dello spazio aereo. Lo ha rivelato il Miami Herald, secondo cui quello della Casa Bianca è stato un messaggio espresso in questi termini: «Puoi salvare te stesso e le persone a te più vicine solo se lasci subito il Paese». Proposta rispedita al mittente da Maduro, che attende un intensificarsi delle operazioni anti-narcos.

Le tre richieste di Maduro (rifiutate)

Stando a una fonte vicina al presidente, alla proposta americana Maduro ha tentato di rispondere con una alternativa su tre livelli. In primo luogo, Maduro ha chiesto l’amnistia globale per sé e per i suoi collaboratori per tutti i crimini commessi. In secondo luogo, ha ventilato un futuro in cui – pur dimettendosi e lasciando il via libera a elezioni libere – avrebbe mantenuto il controllo delle forze armate. Da ultimo, ha chiesto di attuare tutto questo più avanti e non «immediatamente», come invece intimava Washington. Tutte le sue richieste sono state rifiutate e, pochi minuti dopo, Trump ha inviato sui suoi social il comunicato per dichiarare «chiuso» lo spazio aereo sopra e vicino al Venezuela. A quel punto Caracas, temendo una escalation decisa, ha tentato di ricontattare telefonicamente la Casa Bianca. Ma nessuno avrebbe alzato la cornetta.

La taglia sulla testa di Maduro e le nuove operazioni Usa

È di 50 milioni di dollari la taglia sulla testa di Maduro, 25 milioni quella sul suo stretto collaboratore Diosdado Cabello, ministro degli Interni, della Giustizia e della Pace in Venezuela e leader del partito dello stesso Maduro. I due uomini, insieme al ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez, sono da anni nel mirino degli Stati Uniti, che li ha inseriti nella stessa lista di pericolosità dei leader di Al-Qaeda e dell’Isis. Nel 2020 Washington aveva incriminato il presidente di Caracas e una dozzina di suoi funzionari accusandoli di aver messo in piedi una «impresa narcoterroristica» che ha permesso al Cartel de lo Soles di riempire diverse cassaforti di denaro. Nelle ultime settimane, sia Trump che il ministro della Guerra Pete Hegseth hanno parlato di un allargamento delle operazioni contro i cartelli venezuelani, anticipando l’utilizzo di incursioni terrestri delle loro forze militari. 

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