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«Presto la fase 2 della pace, ma nessuno Stato di Palestina». Netanyahu vuole la sconfitta totale di Hamas: «Come la Germania dopo il nazismo»

07 Dicembre 2025 - 14:12 Alba Romano
netanyahu israele palestina pace
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In una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Merz, il primo ministro israeliano ha negato di valutare le dimissioni in caso di grazia presidenziale

Pace sì, forse. Stato di Palestina no. Sono le due nette posizioni che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito in una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. La soluzione due popoli, due Stati rimane ancora una pillola che Tel Aviv no è intenzionata non solo a ingoiare, ma anche solo a prendere in considerazione. «Non creeremo uno Stato palestinese alle nostre porte, il cui unico scopo è quello di distruggere l’unico e solo Stato ebraico». Riguardo alla politica interna, invece, Netanyahu ha di fatto negato di valutare di dimettersi in cambio del perdono presidenziale. 

Netanyahu: «pronti per la fase 2 della pace, prima salma dell’ultimo ostaggio»

«A Gaza avevano di fatto già uno Stato, che è stato utilizzato per cercare di distruggere Israele», ha ricordato Benjamin Netanyahu spiegano il suo ennesimo no alla creazione di un’amministrazione palestinese su Gaza. La pace, però, non è assolutamente fuori questione. Anzi, come ha anticipato lo stesso primo ministro. «Ci sono opportunità di pace a portata di mano, l’asse iraniano è stato duramente colpito. Ne discuterò con Trump quando lo incontrerò entro la fine del mese e porremo fine al dominio di Hamas a Gaza: è essenziale per garantire un futuro diverso per Gaza e un futuro diverso per noi che affrontiamo Gaza». Ha poi aggiunto: «Siamo quasi alla fine della prima fase e prevediamo di passare presto alla seconda. Poi otterremo il disarmo di Hamas e deradicalizzeremo Gaza, come è stato fatto in Germania alla fine della Seconda Guerra Mondiale». La condizione per passare alla seconda fase rimane però la riconsegna, da parte di Hamas, della salma del sergente maggiore Ran Gvili, l’ultimo ostaggio ancora non rientrato in Israele. Sulla Cisgiordania, Netanyahu ha ammesso che la sua annessione è un argomento in corso di discussione.

Dimissioni in caso di grazia? «No, decideranno gli elettori»

Sul fronte interno, invece, Benjamin Netanyahu ha intenzione di tenersi aggrappato alla sua sedia fino alla fine del suo mandato. «Sono tutti molto preoccupati per il mio futuro», ha provato a ironizzare durante la conferenza stampa spiegando che non intende fare un passo indietro nemmeno se il presidente Isaac Herzog gli concederà la grazia. «Lo sono anche gli elettori, e saranno loro a decidere, ovviamente. Ma abbiamo grandi compiti da svolgere, anche con la Germania, in una cooperazione storica che, in molti modi, supererà di gran lunga la nostra precedente cooperazione, che era già piuttosto straordinaria». 

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