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Italia sempre più povera, con un costo della vita non compatibile coi salari. Sant’Egidio: «Serve allargare la platea per l’assegno di inclusione»

09 Dicembre 2025 - 13:25 Stefania Carboni
sant'egidio
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Le osservazioni del presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, durante la nuova edizione della guida "Dove mangiare, dormire, lavarsi", 276 pagine di indirizzi utili per chi vive per strada e per chi li aiuta

Povertà sempre più dilagante, alto costo della vita, emergenza abitativa e difficoltà nelle cure. Questi gli elementi che emergono dalla conferenza stampa di fine anno della Comunità di Sant’Egidio, che reagisce all’emergenza cronica italiana con delle proposte concrete per contribuire a invertire la rotta. Lo fa presentando anche la nuova edizione della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi“, 276 pagine di indirizzi utili per chi vive per strada e per chi li aiuta. Il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, è partito elencando i dati Istat con 5,7 milioni di italiani (il 9,8% della popolazione) sotto la soglia della povertà assoluta, tra cui 1,283 milioni di minori (il 13,8% del totale). Poi si è parlato dell’aumento dei generi alimentari che hanno conosciuto, dal 2021 ad oggi, un incremento del 25%, mentre gli stipendi lordi a fine settembre 2025, erano ancora inferiori di oltre l’8% rispetto a quelli del gennaio 2021. «Italia e Grecia sono gli unici paesi europei dove i redditi diminuiscono», ha dichiarato Impagliazzo.

L’emergenza abitativa e sanitaria

Non solo povertà, ma anche emergenza casa con un aumento degli affitti che assorbono il 40 per cento del reddito familiare. E la carenza di alloggi popolari non aiuta: la lista di attesa per questo tipo di abitazioni è di circa 650mila nuclei familiari su tutto il territorio nazionale. Infine il 9,9% delle persone ha rivelato di aver rinunciato a curarsi per problemi legati alle liste d’attesa, alle difficoltà economiche o alla scomodità delle strutture sanitarie. Sono 5,8 milioni di persone, in aumento a fronte dei 4,5 milioni dell’anno precedente (7,6%).

Le soluzioni secondo Sant’Egidio

Sant’Egidio lancia alcune proposte che giudica urgenti: allargare la platea dei beneficiari dell’assegno di inclusione (ADI), facilitando l’individuazione della fragilità della fascia 18-59 anni, specie per i senza fissa dimora, le persone sole e i nuclei fragili non conosciuti dai servizi sociali, esclusi da questa misura di protezione. Non solo, serve secondo l’associazione rendere più facile l’integrazione del sussidio con redditi di lavoro bassi (lavoro povero); svincolare l’accesso al Sostegno formazione Lavoro dalla procedura per l’assegno di inclusione. E infine servirebbe finanziare il fondo affitti con un capitale appropriato; allargare il fondo per la morosità incolpevole e ristrutturare le case popolari. Perché molti alloggi, ha precisato Impagliazzo in conferenza stampa, sono al momento inutilizzabili. In conclusione sarebbe utile allargare i rimborsi per le cure odontoiatriche e oculistiche per chi è in povertà assoluta, creando anche centri laddove c’è ampia utenza ma grandi distanze territoriali e pochi mezzi per raggiungerli.

Non è una «Michelin dei poveri»

Sant’Egidio ricorda anche il Pranzo di Natale, «dove sono attese quest’anno 80 mila persone in tutte le città d’Italia, in un evento che è una risposta alla povertà ma anche alla solitudine», ha detto Impagliazzo. E infine ricorda la Guida presentata oggi, che non vuole più essere chiamata «la Michelin dei poveri». Nuovi aggiornamenti, come anche eventuali richieste di aiuto e segnalazioni di persone in difficoltà possono essere comunicati contattando la Comunità. La Guida è pubblicata anche in altre città italiane, come Napoli, Genova, Padova, Milano, altre città europee e a Buenos Aires.

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