Crolla una panchina durante la gita scolastica, studentessa si frattura le caviglie: ministero condannato a risarcire 13mila euro

È arrivata dopo nove anni la sentenza su un incidente avvenuto al Giardino di Boboli a Firenze durante una gita scolastica. Nel 2016 una studentessa di 16 anni è rimasta ferita dal crollo di una panchina antica in pietra all’interno del parco monumentale e ora il tribunale di Firenze ha condannato il ministero della Cultura a risarcire con 13mila euro la giovane di Riccione. Il Giardino di Boboli, infatti, fa capo alle Gallerie degli Uffizi, struttura direttamente dipendente dal ministero, motivo per cui quest’ultimo è stato considerato responsabile.
Le fratture dopo il crollo della panchina
L’incidente risale al novembre 2016. Durante una pausa della visita, la studentessa si era seduta su una panchina storica che ha ceduto improvvisamente. La ragazza è caduta a terra e una parte della struttura le è precipitata sulle gambe, provocandole la frattura di entrambe le caviglie. I docenti presenti sono intervenuti subito, ma il dolore e il gonfiore che la giovane avvertiva hanno reso necessario il ricorso a cure ospedaliere. La famiglia ha deciso di riportare la figlia a Riccione, scelta contestata dall’avvocatura dello Stato nel corso del processo. Il tribunale ha però respinto l’obiezione, ritenendo irrilevante il luogo in cui sono state prestate le cure rispetto all’accertamento delle responsabilità. All’ospedale romagnolo i medici hanno confermato lesioni compatibili con lo schiacciamento causato dal manufatto in pietra.
Le testimonianze dei compagni di classe e i documenti mancanti
Fondamentali, nella ricostruzione dei fatti, le testimonianze dei compagni di classe e degli insegnanti, che hanno confermato il cedimento improvviso della panchina. La giudice ha, inoltre, rilevato l’assenza di qualsiasi documentazione sulla manutenzione del manufatto prima dell’incidente. Ministero e Uffizi, si legge nella sentenza, non hanno fornito prove di controlli o verifiche sullo stato di conservazione della struttura. E questa mancanza ha pesato in modo decisivo sulla condanna. Secondo la giudice, la natura storica dei beni non esonera l’ente custode dall’obbligo di vigilanza e manutenzione, soprattutto in un’area aperta al pubblico e frequentata anche da scolaresche. Il risarcimento riconosciuto copre i danni fisici e morali subiti dalla giovane negli anni successivi all’infortunio.
