Mamma Meloni: «Le mie figlie? Giorgia è marziale, Arianna empatica»

Anna Paratore, madre di Giorgia e Arianna Meloni, racconta a Il Giornale i caratteri diversi delle due sorelle ai vertici di Fratelli d’Italia. Natale e Atreju, che spesso coincidono non sono un periodo semplice. «lo ho tirato i remi in barca da tempo, non mi stresso più. Sono pochi giorni all’anno, davvero pochi, in cui possiamo stare un po’ in famiglia tra di noi, parlare non di politica e fare cose diverse da quelle che fanno tutti giorni. Arianna cucina molto bene: in passato ha fatto corsi al Gambero Rosso, è una grande appassionata di gastronomia ed è bravissima. Quando cucina lei è sempre un piacere», racconta.
«Per me restano sempre bambine»
«Per me restano sempre bambine. Nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni, nonostante l’esposizione mediatica alla quale sono sottoposte, sono rimaste le ragazze di sempre. Non si sono esaltate, non si sono fatte trascinare dall’apparenza o dalla mediaticità», spiega signora Anna. «Giorgia ha un senso del dovere fortissimo, totale. Arianna invece ha una capacità empatica più aсcentuata. Sono caratteristiche che si portano dietro sin da bambine», racconta. E aggiunge che se le avesse da parte direbbe loro che era meglio e più facile se diventavano cantanti rock. «Ma ormai è andata così». «Mentre gli altri ragazzi andavano in discoteca, le mie figlie andavano in sezione. Erano sempre di corsa. Non c’erano mai. Avevano lo spirito di ribellione tipico di quell’età, ma non proiettato sul divertimento: sulla politica. Erano incontrollabili». Ricorda quando Giorgia venne candidata alle elezioni provinciali di Roma come tappаbuchi. «Pensavamo fosse una cosa temporanea, qualche volantino fatto col ciclostile. Invece venne eletta. Ricordo la sera della vittoria a piazza Santi Apostoli: una delle prime vittorie della destra. Ci tirarono bottiglie d’acqua dall’alto, per fortuna di plastica. E io pensai: “Oddio, questa fa politica sul serio”. Aveva 21 anni». E infine racconta di una cena, una volta sola l’anno tra loro tre. «Il giorno
del mio compleanno festeggiamo
solo noi tre. Sono banditi nitti gli
altri. É una regola che ho imposto
lo. Andiamo a cena sempre e solo
noi tre: è l’unica sera in cui siamo
davvero insieme. Diventa una sorta di confessionale. Ci diciamo le
cose solo tra noi».
