Legge di Bilancio: è iniziata la discussione in Senato. Dal bonus per le scuole paritarie al piano casa, le novità principali (e praticamente definitive) raccolte in cinque punti

La Legge di Bilancio 2026 è arrivata oggi in Aula al Senato. Alle 9.30 è iniziato il dibattito sul disegno di legge sulla Manovra, già discusso e approvato dalla Commissione Bilancio a Palazzo Madama, dopo giorni di tensioni all’interno della maggioranza. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato duramente criticato dai suoi stessi colleghi di partito per il pacchetto di emendamenti sulle pensioni, che alla fine sono stati ritirati. L’approvazione del testo è attesa entro Natale, per passare poi alla Camera dei deputati, dove dovrà ottenere il via libera definitivo entro il 31 dicembre. Come da prassi, la legge deve essere approvata entro la fine dell’anno per entrare in vigore il primo gennaio, altrimenti scatta l’esercizio provvisorio. Ma lasciamo da parte, per un momento, il cronoprogramma e concentriamoci sugli elementi chiave della Manovra 2026. Riassumiamoli in cinque punti.
Bonus per la scuola e le famiglie
Un punto molto discusso della Manovra 2026 riguarda il voucher da 1.500 euro per le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie, proposto da Mariastella Gelmini di Noi Moderati. Lo Stato destinerà 20 milioni di euro per questa misura, accessibile alle famiglie con Isee fino a 30mila euro. Il contributo è rivolto agli studenti delle scuole medie e del primo biennio delle superiori nelle scuole paritarie, con un importo che varia in base all’Isee. Un’altra proposta arrivata sempre dal partito di Maurizio Lupi prevede un contributo (assegnato ai Comuni), sempre per famiglie con Isee sotto i 30mila euro, per l’acquisto di libri scolastici – anche digitali – per gli studenti delle superiori. Confermato anche il bonus per mamme lavoratrici con due o più figli e con un reddito inferiore ai 40mila euro. Lo stanziamento viene potenziato da 40 a 60 euro al mese.
Piano casa ed edilizia
Il Piano Casa Italia, annunciato da Giorgia Meloni lo scorso agosto e poi sparito dalla bozza di ottobre, è stato recuperato nella Manovra, anche se con fondi limitati. Sono stati infatti stanziati 200 milioni di euro per il biennio 2026-2027, pari a cento milioni all’anno, provenienti da fondi già stanziati o di coesione. La proposta, avanzata dal senatore Massimiliano Romeo della Lega, è contenuta nell’articolo 133 bis. Il piano prevede «programmi di edilizia sociale consistenti nella locazione a canone agevolato» dunque con prezzi più bassi del mercato «sulla base di contratti di godimento in funzione della successiva alienazione», cioè formule che prevedono la futura vendita dell’immobile.
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In pratica, una sorta di rent to buy: si vive nella casa pagando un affitto e, in un secondo momento, si può decidere di acquistarla. Le iniziative sono rivolte a giovani, coppie e genitori separati, ma sonoprevisti anche programmi per anziani, con contratti di locazione a canone agevolato, e opzioni di permuta immobiliare, cioè lo scambio di un immobile con un altro.
Sempre in tema casa, il governo ha deciso di alzare il limite del valore della prima casa che non viene considerato nel calcolo dell’Isee, portandolo a 91.500 euro, con un aumento di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. Inoltre, grazie a un nuovo emendamento approvato in Commissione Bilancio, il tetto della soglia sarà portato a 200mila euro per le famiglie che vivono nelle città metropolitane. Confermate le novità per gli affitti brevi con cedolare secca al 21% solo per la prima casa e al 26% dalla seconda. Saltata invece la norma che riapriva i termini del condono 2003.
Taglio dell’Irpef e rottamazione quinquies
Tra le misure più significative della Legge di Bilancio c’è il taglio dell’Irpef, con l’aliquota che scende dal 35% al 33% per i contribuenti con redditi fino a 50mila. Il beneficio si estenderà anche ai redditi superiori, ma sarà “sterilizzato” oltre i 200mila euro. Secondo le simulazioni, il vantaggio per i contribuenti si aggirerà tra 34 e 440 euro all’anno. Inoltre, arriva la rottamazione quinquies per i carichi fiscali affidati all’agente della riscossione fino al 31 dicembre 2023.
Questi debiti potranno essere estinti in 54 rate bimestrali a partire da un minimo di 100 euro al mese, da pagare in 9 anni, con un tasso di interesse al 3% (scontato rispetto al 4% inizialmente previsto). Le adesioni sono possibili fino ad aprile prossimo, con il primo pagamento previsto per luglio 2026. La finalità della misura è quella di offrire a cittadini e imprese uno strumento per sanare pendenze tributarie e previdenziali già affidate alla riscossione.
La questione delle pensioni
Poi il tema più divisivo nella maggioranza: quello delle pensioni. Viene cancellata la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi dei fondi pensione. Una norma fortemente voluta l’anno scorso dalla Lega, tanto che qualcuno maligna di una «punizione» alla linea dura di Salvini, che ha costretto la premier Giorgia Meloni a scendere personalmente in campo per serrare i ranghi. Sul fronte previdenza sono ulteriormente tagliati i fondi per il pensionamento anticipato di lavoratori precoci e usuranti e si amplia la platea di imprese tenute a conferire il Tfr all’Inps.
Le riserve auree e i fondi per l’editoria
Compare nella Manovra anche il tanto discusso punto sulle riserve auree, inizialmente proposto da Fratelli d’Italia e poi ripreso dalla Lega, secondo cui le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, «appartengono al popolo italiano». Vengono poi destinati 60 milioni di euro per il fondo dell’editoria nel 2026. Inoltre, il taglio alle risorse Rai, inizialmente fissato a 30 milioni nel triennio 2026-2028, viene ridotto a soli 10 milioni. Salta anche la stretta sulle tv locali, come richiesto dalla Lega.
