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Thierry Breton mente della «censura» sui social? Così Elon Musk elogiava le norme Ue sul Big Tech: «Concordo in pieno!» – Il video

24 Dicembre 2025 - 19:44 Simone Disegni
L'ex Commissario Ue messo al bando dagli Usa con l'accusa di aver agevolato la «censura» col Digital Services Act. Che l'imprenditore diceva di condividere in toto quando comprò Twitter

È Thierry Breton il «nemico della libertà» europeo n° 1 additato dagli Usa di Donald Trump. L’ex Commissario Ue al Mercato interno, che ha servito nel primo mandato di “governo” di Ursula von der Leyen per scelta di Emmanuel Macron, è noto sopratutto per le battaglie condotte sul fronte della regolamentazione delle piattaforme tecnologiche. Sua in particolare è la paternità di due regolamenti con cui l’Ue è intervenuta per normare il settore negli scorsi anni, il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA). Quest’ultimo, in particolare, concluso nel novembre 2022 ed entrato pienamente in vigore nel febbraio 2024, considera le piattaforme responsabili dei contenuti che vi vengono veicolati e le obbliga pertanto a rimuovere tempestivamente contenuti illeciti, come discorsi d’odio, fake news o materiale pedopornografico. È su questo che si concentra la battaglia dell’Amministrazione Trump che fa felici le piattaforme tech americane: per mesi essa ha tentato di ottenere la revisione di quelle regole nell’ambito dei negoziati con l’Ue sui dazi. Ma la Commissione su questo non ha mollato. Così a tempo debito il governo Usa ha consumato la sua «vendetta»: prima additando nella Strategia di sicurezza nazionale le istituzioni Ue come responsabili della censura della libertà d’espressione che minerebbe i valori stessi su cui si fonda l’Europa; poi negando il visto per le stesse ragioni al «padre» del DSA Breton e ad altre cinque persone impegnate nella lotta alla disinformazione online. Eppure, a ben guardare, solo tre anni fa proprio Elon Musk sosteneva di essere pienamente d’accordo con quelle regole…

Quando Musk s’inchinava alle norme Ue: «Ho esattamente le stesse idee»

Dopo la decisione senza precedenti degli Usa, che ha causato una replica di rara durezza delle istituzioni Ue, è tornato a circolare infatti un video girato insieme nel maggio 2022 da Breton e Musk. Il magnate d’origine sudafricana aveva allora appena ricevuto l’ok dal Cda di Twitter alla sua proposta di acquisto – l’operazione sarebbe stata portata a termine nell’autunno successivo – e iniziava dunque a posizionarsi come interlocutore di riferimento con i regolatori di tutto il mondo, Ue compresa. E allora – alla Casa Bianca c’era Joe Biden – si mostrò quanto mai docile con il Commissario Breton, che stava appunto a sua volta mettendo a punto il DSA. «Ora capisci bene di che si tratta e penso corrisponda a quel che tu ti proponi di fare con la piattaforma», gli diceva Breton nel breve video registrato dopo un incontro ad Austin, in Texas. E Musk gli dava sponda su tutta la linea sul nuovo regolamento Ue: «Penso sia esattamente allineato a quel che ho in mente, concordo in pieno, abbiamo avuto un’ottima discussione, siamo proprio della stessa idea». Un crescendo di espressioni entusiaste per l’intesa sulle norme Ue per il Big Tech che si chiudeva così: «Qualsiasi cosa le mie società possano fare che sia benefico per l’Europa, lo faremo». L’incredulo Breton difficilmente avrebbe potuto pensare che quello stesso imprenditore tre anni dopo avrebbe sobillato la vendetta Usa contro di lui con l’accusa di «soppressione della libertà d’espressione».

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