Sgarbi ne è sicuro: «Basta illazioni, sto bene. Mia figlia a Natale? Le feste non mi piacciono»

Vuole solo un regalo a Natale Vittorio Sgarbi: «Essere lasciato in pace». Lo racconta a Fabrizio Caccia, in un’intervista al Corriere della Sera. Uno sfogo, dopo la decisione del tribunale di Milano di affidare a una psicologa il compito di visitarlo per verificarne la capacità di prendere decisioni in autonomia e lo stop alle sue nozze civili con la compagna di sempre Sabrina Colle. Due mesi fa sua figlia Evelina ha depositato al Tribunale civile di Roma un’istanza chiedendo che i beni del padre siano amministrati da un tutore, in quanto «non sarebbe più in grado di seguire i propri interessi». Da qui la battaglia legale tra padre e figlia.
Sull’ultima pronuncia del tribunale, non definitiva sulla vicenda, Sgarbi precisa: «Non mi sembra questo il punto più rilevante di quanto deliberato dalla giudice Paola Scorza. Tra l’altro sia io che Sabrina (Sabrina Colle, la sua fidanzata dal 1998, ndr) comunicammo già durante l’udienza del 28 ottobre, è verbalizzata, la nostra volontà di rinviarle ad altro momento. Direi che è bene concentrarsi su altri aspetti, dato che sconfessano quasi completamente la linea della controparte».
«Evelina non dovrebbe preoccuparsi del mio stato mentale più di quanto non dovrebbe fare per il suo»
«Avrei preferito una soddisfazione totale – ammette Sgarbi – ma confido che possa arrivare quando la giudice emetterà il suo parere definitivo. Sabrina è irritata dalle continue manipolazioni della verità a mezzo stampa». Caccia gli chiede: «Il tribunale vuole accertare la sua piena lucidità. Inviterà sua figlia Evelina al matrimonio, quando sarà?». Lui replica: «La mia lucidità mentale si misura anche dal fatto che non prendo sul serio domande simili». E sul Natale precisa: «Evelina non dovrebbe preoccuparsi del mio stato mentale più di quanto non dovrebbe fare per il suo. E poi a me le feste di fine anno non sono mai piaciute e non farò certo eccezione questa volta. Evelina è stata invitata fin troppe volte a visitarmi a casa, anche davanti alla giudice. Non credo che rinnovare l’invito oggi possa conseguire alcun effetto».
