Sospesa la revoca della scorta a Sandro Ruotolo

Gli uffici preposti hanno deciso di revocare il provvedimento che pochi giorni fa aveva sancito la decadenza della protezione personale per il giornalista d’inchiesta

Dopo giorni di infuocate polemiche, gli uffici del Viminale hanno deciso di sospendere il provvedimento di revoca della scorta al giornalista d’inchiesta Sandro Ruotolo. Ad annunciarlo è stato il cronista siciliano Paolo Borrometi, indiscrezione subito confermata su Twitter dallo stesso Ruotolo: «Anche se non ho ricevuto ancora una comunicazione formale è tutto vero. È stata sospesa la revoca della mia scorta. Dal 15 febbraio non sarei stato più protetto. La scorta resta. Gli organi preposti dovranno quindi rivalutare la mia situazione e decidere di conseguenza». La notizia della revoca della scorta al cronista d’inchiesta era arrivata pochi giorni fa, annunciata su Twitter dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. Moltissimi lettori e utenti hanno per giorni hanno protestato contro la decisione dell’Ucis e anche numerosi politici e scrittori si sono apertamente schierati al fianco del giornalista. Sandro Ruotolo è sotto scorta dal maggio del 2015: dopo la messa in onda di un servizio sulla Terra dei Fuochi su La7, il giornalista era stato minacciato da Michele Zagaria. Dal carcere, il boss del clan dei Casalesi, riferendosi al cronista, era stato intercettato mentre diceva: «O voglio squarta’ vivo». Secondo molti giornalisti anti-mafia e anti-camorra, essendo Zagaria un boss mai pentito, la minaccia proferita nel 2015 sarebbe ancora valida e dunque sarebbe stato molto pericoloso per Ruotolo lavorare senza scorta. Come ha spiegato in un’intervista a Open Paolo Borrometi, Tommaso Buscetta al maxi-processo contro Cosa Nostra, dichiarò apertamente che le condanne della Mafia – e in generale di qualsiasi organizzazioni criminale di stampo mafioso – a differenza di quelle dello Stato non cadono mai in prescrizione e, dunque, in assenza di pentimento, il pericolo per chi è stato minacciato in passato rimane sempre attuale perché le mafie non aspettano altro che il momento buono per colpire.


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