«Riaprire le case chiuse»: la proposta della Lega per superare la Legge Merlin

Depositata al Senato dal senatore del Carroccio Gianfranco Rufa, la proposta mira a regolamentare la professione per un’esigenza di «decoro civile e morale»

La Lega torna a promuovere uno dei suoi storici cavalli di battaglia: la liberalizzazione della prostituzione. Lo scorso 7 febbraio, il senatore leghista Gianfranco Rufa, segretario nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, ha depositato a Palazzo Madama una proposta di legge intitolata Disposizioni in materia di disciplina dell’esercizio della prostituzione, che mira a «combattere l’esercizio della professione secondo le modalità vigenti» vietando la pratica nei luoghi pubblici.


La proposta prevede, tra le varie cose, l’abrogazione dei primi due articoli della Legge Merlin, il provvedimento che nel 1958 portò alla messa al bando delle cosiddette case chiuse.


In sostanza, dunque, la proposta di legge targata Lega mira a rendere illegale la prostituzione per strada, rendendola invece legale nei luoghi privati, e a regolamentare la figura della sex worker, con conseguente obbligo di tassazione per i redditi derivanti dall’esercizio della professione.

In particolare il testo prevede anche che «chiunque eserciti la prostituzione è tenuto a sottoporsi ad accertamenti sanitari ogni sei mesi e a esibire, su richiesta dell’autorità sanitaria o di polizia, l’ultima certificazione ottenuta» nonché l’istituzione di un registro volto a «garantire tanto i clienti quanto coloro che, in questo modo, svolgerebbero la professione in maniera sicura, secondo le norme».

La proposta, infine, prevede multe da mille a 10 mila euro per «chiunque esercita la prostituzione in luogo pubblico e chiunque ricorre alle prestazioni sessuali delle prostitute che esercitano in strada».

Come spiegato dallo stesso Rufa all’agenzia di stampa Adnkronos, la proposta di legge ha come obiettivo da un lato la liberalizzazione della professione e dall’altro la regolamentazione del fenomeno con l’obiettivo di rimpinguare le casse dello Stato. La proposta, per il senatore, è un «gesto di civiltà nei confronti delle prostitute che si trovano per strada, soprattutto per il decoro e l’immagine delle strade stesse».

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