L’appello di Boschi per le 7 ragazze morte in Spagna: «Abbiamo perso delle sorelle e non abbiamo un responsabile»

«Chiediamo ancora alla Spagna passi concreti per le indagini»: la deputata democratica è tornata a lanciare un appello per sollecitare le istituzioni spagnole a trovare un colpevole per l’incidente del 20 marzo 2016 

Maria Elena Boschi è intervenuta oggi 22 marzo alla Camera per riportare all’attenzione del governo il caso delle 7 ragazze italiane morte in Spagna tre anni fa in un incidente stradale. Il 20 marzo 2016, Valentina, Elisa, Elena, Francesca, Lucrezia, Elisa e Serena, tutte studentesse Erasmus, erano a bordo di un pullman che da Valencia le stava riportando a Barcellona. Per cause ancora sconosciute, l’autista si trovò coinvolto in uno scontro con un’altra vettura: nel tragico episodio persero la vita in totale 13 ragazze di diverse nazionalità.


«Ieri è stato il primo giorno di primavera, un giorno che ha il profumo di una rinascita», ha esordito la deputata dem. «Ma non è così per 7 famiglie, per le quali, a partire dal 20 marzo del 2016, l’inverno non è mai finito». Al momentodell’incidente, Boschi era ministra per le Riforme e per i Rapporti con il Parlamento sotto il governo Renzi. Successivamente, avrebbe ricoperto l’incarico di sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio nell governo di Paolo Gentiloni.


Il mio intervento sulla vicenda delle sette ragazze italiane morte in Spagna mentre erano in Erasmus

Stamattina sono intervenuta alla Camera sulla vicenda delle sette ragazze italiane morte in Spagna mentre erano in Erasmus. A tre anni di distanza, non c’è ancora il nome del colpevole di quel tragico incidente stradale e il rischio è che le autorità spagnole lascino cadere tutto nell’oblio. Ho chiesto al governo italiano cosa stia facendo per le famiglie di quelle ragazze, per la verità. Non si tratta di una rivendicazione di parte, ma il Governo ha il dovere di difendere la dignità e la memoria di sette nostre figlie, sorelle, connazionali. Vogliamo giustizia non vendetta. Ma senza giustizia sarebbe come venissero uccise di nuovo.

Pubblicato da Maria Elena Boschi su Venerdì 22 marzo 2019

Boschi ha ricordato, non senza nascondere un’evidente commozione, i numerosi ostacoli che le indagini hanno incontrato nel corso degli anni. «Vi posso garantire che è stato molto difficile stare vicino ai familiari in quei momenti. Il minimo che possiamo fare per loro è accertare una responsabilità».

«È come se avessimo perso delle figlie o delle sorelle», continua la deputata. Già nel novembre del 2016, l’attività istruttoria spagnola presentò la prima richiesta di archiviazione. Le indagini ripresero «grazie anche alle sollecitazioni delle istituzioni italiane a quelle spagnole», fino ad interrompersi nuovamente nel 2017, dopo una seconda richiesta di archiviazione.

«Nel giugno 2018 fortunatamente la corte d’Appello di Tarragona ha chiesto di procedere con le indagini», continua Boschi, «concedendo altri 18 mesi d’istruttoria». Ancora oggi molte cose non tornano: «inizialmente il conducente aveva dichiarato di essersi addormentato e quindi di essere responsabile; poi ha ritrattato e non è stato interrogato dalla magistratura per moltissimo tempo».

Dal lavoro dell’istruttoria spagnola non èancora emerso né se le misure di sicurezzafossero idonee, né se il bus fosse perfettamente funzionante. Non si conosce lo stato delle strade nel momento dell’incidente, né se la segnaletica fosse in regola. «Chiediamo ancora passi concreti per le 7 ragazze. Dobbiamo trovare un nome», ha concluso Maria Elena Boschi.

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