Il decreto sulla revoca di Siri era sbagliato: «Errori formali nel testo»

Palazzo Chigi e il Quirinale si stanno confrontando: il problema è formale e non sostanziale, dicono

Un’interlocuzione è in corso tra gli uffici del Quirinale e quelli di palazzo Chigi sulla stesura del testo del decreto che revoca la carica di sottosegretrario adArmando Siri. A quanto si apprende da fonti parlamentari, la stesura di palazzo Chigi differiva dai casi precedenti. Gli uffici legislativi sono al lavoro per trovare una formulazione consona. Quindi l’interlocuzione tra Chigi e Quirinale affronterebbe un problema formale e non sostanziale.


La soluzione trovata dal premier Conte allo scontro fra le forze di governo sul caso dell’ormai ex sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione sembrava aver messo d’accordo gli alleati se pur con qualche dissapore fra i leghisti.Il vicepremier Luigi Di Maio si era dichiarato soddisfatto e aveva esultato parlando di «un segnale di discontinuità»con il passato e di «una vittoria degli onesti».


In serata anche Matteo Salvini, intervenendo alla trasmissione Otto e mezzo aveva commentato la decisione presa dal Consiglio dei ministri: «In Italia di sono 60 milioni di presunti innocenti che sono colpevoli se qualche giudice li giudica colpevoli». Rispondendo alla domanda di Lilli Gruber, che chiedeva se Siri non avrebbe fatto meglio a dimettersi, il ministro dell’Internoaveva risposto così: «Sono piene le cronache italiane di indagati che poi sono stati assolti senza troppe scuse».

Ora “l’errore formale” all’interno del decreto che potrebbe inficiare l’estromissione di Siri. Al momento è difficile comprendere la natura della svista ese dal Quirinale sia arrivato uno stop al provvedimento. Sembra però plausibile ipotizzare che se sarà necessario riscrivere il decreto questo dovrà passare attraverso un’altra deliberazione del Consiglio dei ministri. Il caso Siri, che sembrava politicamente chiuso, rimaneun fascicolo aperto sul tavolo del governo.

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