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Biagio Conte, il missionario che da 15 giorni digiuna per salvare un migrante dal decreto sicurezza – Il video

14 Maggio 2019 - 06:20 Fabio Giuffrida
Da 15 giorni non tocca cibo. A Open il video appello: Fra' Biagio chiede che Paul, migrante irregolare, non venga espulso dall'Italia

«Non è giusto che Paul venga mandato via dall’Italia», queste le parole di Biagio Conte, missionario laico di Palermo che due settimane fa ha iniziato uno sciopero della fame. L’obiettivo della sua battaglia è il ritiro del decreto di espulsione emesso nei confronti di Paul, un idraulico ghanese di 51 anni ospite della missione Speranza e Carità di Palermo. Si è messo le catene alle caviglie, ha scritto a Papa Francesco e ha annunciato di voler andare fino in fondo, «fino al martirio». A spiegarlo è il suo portavoce che non lo lascia da solo nemmeno per un attimo. Ora Fra’ Biagio si nutre solo di acqua e non ha alcuna intenzione di fermare il suo digiuno, almeno fino a quando a Paul non verrà liberato. «Non chiudiamo la porta e il cuore, dobbiamo aprirci e dare speranza», dice il missionario a Open, ormai privo di forze. Per Paul, sottoposto all’obbligo di firma, è una corsa contro il tempo: il 26 verrà espulso. Per l’Italia è un migrante irregolare con un permesso di  soggiorno scaduto che non può essere rinnovato, nonostante si trovi nel nostro Paese da più di 10 anni. «Abbandonare gli immigrati a se stessi è un tentato omicidio, un tentato suicidio, una vera ingiustizia con le conseguenze di un aumento dei clandestini e dei senzatetto, della delinquenza e della violenza. Per paura e sconforto possono cadere nelle mani della delinquenza, della malavita e  della mafia. Il sentirsi emarginati ed esclusi può trasformarli in schegge impazzite, rischiano di cadere e entrare nelle mani del terrorismo», ha tuonato Biagio Conte. Conte ha scelto di intraprendere questa vita, in piena povertà, all’età di 26 anni quando si è allontanato da casa. Prima andava in discoteca, vestiva firmato, amava le marche costose; poi la decisione di andare via. Prima di avere sue notizie, i genitori avevano provato anche a cercarlo a “Chi l’ha visto?“.

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