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Omicidio Monterotondo, Deborah: «Volevo andare via da casa. Ma avevo paura che potesse uccidere mia madre»

22 Maggio 2019 - 08:35 Felice Florio
«L’unico ricordo bello che ho di mio padre - ha detto la ragazza e si legge nel verbale - è di quando, tra i 6 e gli 8 anni, andavamo insieme in palestra. L’amore per la boxe è l’unica cosa bella che mi ha lasciato».

«Tante volte mi sono chiesta e ho chiesto a mia madre perché sopportasse tutta questa situazione. La picchiava un giorno sì e un giorno no. E lei mi rispondeva che si piegava perché aveva paura che lui ci facesse del male. Lui comandava tutti». Francesco Menditto, procuratore capo di Tivoli, è l’uomo che ha deciso di revocare i domiciliari a Deborah Sciacquatori. La 19enne di Monterotondo, in provincia di Roma, ha ucciso il padre nel corso dell’ennesima lite: le prime ricostruzioni hanno rivelato i ripetuti maltrattamenti subiti dalla ragazza, dalla madre e dalla nonna.

«Io e mamma non credevamo più nel futuro – ha raccontato Deborah agli inquirenti -. Per questo non siamo mai nemmeno andate al pronto soccorso per farci medicare, per questo non abbiamo mai denunciato».

Dopo i racconti scioccanti delle donne, il procuratore Menditto e il pool di magistrati hanno scelto di derubricare l’accusa di omicidio che pendeva sulla giovane. Adesso è accusata di eccesso colposo di legittima difesa. Ma a quanto pare la procura di Tivoli sta valutando di archiviare il procedimento per legittima difesa.

«L’unico ricordo bello che ho di mio padre – ha detto la ragazza e si legge nel verbale – è di quando, tra i 6 e gli 8 anni, andavamo insieme in palestra. L’amore per la boxe è l’unica cosa bella che mi ha lasciato».

«Era ed è una vittima. Una ragazzina che per anni ha subito maltrattamenti e che, soprattutto, non voleva uccidere suo padre – ha detto Menditto in un’intervista a Repubblica. – In un interrogatorio straziante, ha ammesso subito le sue responsabilità. Era disperata, non faceva che ripetere che non lo voleva uccidere».

Deborah, come ha ripetuto più volte negli interrogatori, sognava ogni giorno la fuga da quell’appartamento: «Pensavo che se avessi studiato, avrei potuto trovare un lavoro e andarmene via da quella casa. La verità è che lo avrei già fatto, se solo non avessi avuto paura che lui, senza di me, avrebbe ucciso mamma e nonna».

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