È arrivata a Genova la nave Cigala Fulgosi: sbarcate donne e bambini

Ventitré sono minorenni, 17 le donne tra cui alcune incinte. Una in particolare sta affrontando il settimo mese di gravidanza

Sono 40 le persone sbarcate finora dal pattugliatore della Marina Cigala Fulgosi, attraccata questa mattina nel porto di Genova con a bordo cento naufraghi salvati a largo della Libia lo scorso 30 maggio. I primi a lasciare la nave sono stati donne e bambini, come ha confermato Sergio Gambino della Protezione civile ligure. I medici hanno preferito inviare alcuni di loro in ospedale per accertamenti: “ma non sembrano esserci patologie importanti”, ha chiarito Gambino. A bordo della nave restano gli adulti che cominceranno a scendere tra poco per le visite mediche e l’identificazione. I profughi sono di sei nazionalità diverse: Libia, Camerun, Somalia, Costa d’Avorio, Mali e Nigeria.


Insieme agli uomini dell’ Usmaf, l’ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute, partecipano alle operazioni di sbarco anche i volontari della Croce Rossa, oltre al personale della Capitaneria di porto e della Polizia. Dopo i primi accertamenti sanitari a bordo, sarebbero emersi alcuni casi di scabbia.


Ancora da chiarire intanto il luogo in cui saranno ospitate le persone a bordo della nave dopo lo sbarco: «Fatte le visite mediche, chi ne ha necessità sarà portato in ospedale, poi rimarranno nelle tende fin quando non saranno rese note le destinazioni. In serata – ha aggiunto Gambino – dovrebbe concludersi tutto». Dalle prime indicazioni del Viminale, pare che i minori non accompagnati resteranno a Genova.

Situazione a bordo

Sull’imbarcazione ci sono cento migranti. Ventitré di loro non hanno ancora compiuto 18 anni. Le donne sono 17 e alcune di loro sono incinte: in particolare, una giovane migrante sta affrontando il settimo mese di gravidanza.

La polemica con Alarm Phone

Alarm Phone, la quale si occupa di intercettare le chiamate e le richieste di aiuto dalle imbarcazioni in difficoltà nel mar Mediterraneo, ha denunciato l’attendismo dell’Italia per salvare i migranti. Nelle fasi concitate, secondo l’ong, avrebbe perso la vita una bambina di cinque anni.

Con il gommone che imbarcava acqua già dalla sera del 29 maggio, Alarm Phone ha accusato la Marina e la Guardia Costiera di essere intervenute 24 ore dopo aver ricevuto l’allarme pur essendo a conoscenza delle condizioni precarie dei naufraghi e dell’imbarcazione.

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