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Decreto Sicurezza bis, Salvini: «Lo approveremo venerdì in consiglio dei ministri»

Il ministro dell'Interno sembra voler far pesare i mutati rapporti di forza per portare avanti il provvedimento-bandiera della Lega

Durante un comizio a Tivoli Matteo Salvini sembra voler metter fine al lungo e travagliato iter del decreto sicurezza bis. Dopo la vittoria elettorale alle europee e mutati i rapporti di forza, al primo consiglio dei ministri utile, quello che probabilmente si svolgerà il prossimo venerdì 7 giugno, il vicepremier leghista porterà sul tavolo il provvedimento alla sua terza versione.

Le parole di Salvini non lasciano spazio a dubbi: «Venerdì dovrebbe esserci il Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio sarà all’estero tutta la settimana, io mercoledì sera sarò a Roma ma venerdì dovrebbe esserci. E sarà approvato il decreto Sicurezza bis».

Ora, naturalmente, bisognerà capire come reagiranno gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle che hanno manifestato più volte perplessità sul decreto-bandiera della Lega.

Nelle ultime ore si sono fatte sempre più insistenti voci di freddezza fra gli alleati e di una crisi di governo che sarebbe sempre più vicina. Insistere sul decreto Sicurezza bis, la cui approvazione era stata rimandata al post europee, potrebbe essere un modo da parte di Salvini per testare il grado di accondiscendenza degli alleati oggi che la Lega elettoralmente vale il doppio del M5S.

Nell’ultima versione del provvedimento era stato inserito un passaggio in cui, relativamente alla chiusura dei porti alle navi che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, veniva previsto il coinvolgimento, insieme al ministro dell’Interno, dei titolari dei dicasteri dei Trasporti e della Difesa. La decisione dovrà quindi essere presa «in concerto» fra i tre ministeri e informato il presidente del consiglio.

Agli osservatori non era sfuggito che i ministri coinvolti, Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta, sono entrambi in quota 5 Stelle. Ciò era parso come un tentativo di Salvini di costringere il Movimento a partecipare con uguale responsabilità alle politiche del governo sull’immigrazione. Oppure mettere nero su bianco una propria, differente, linea.

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