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Il toto-nomine Ue: gli italiani in gara (o forse no)

11 Giugno 2019 - 22:20 Redazione
Moavero Milanesi e Luca Zaia sembrano essere "i più papabili" tra i candidati italiani alla carica di Commissario Ue. Ma ci sono anche altre figure di spicco, come Carlo Calenda

Non soltanto le presidenze della Commissione, del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Banca Centrale. Le nomine e le posizioni che verranno rinnovate a breve – a partire dal 2 luglio, seduta inaugurale del Parlamento europeo – sono diverse: i commissari, i direttori generali, i vicedirettori generali e i direttori della Commissione europea, i vicepresidente del Parlamento europeo e le varie posizioni parlamentarie.

Tre date fondamentali: il 15 luglio dovrebbe essere eletto il nuovo presidente della Commissione, il 16 settembre i commissari Ue e il 1° novembre entrerà in carica la nuova Commissione. Tanti gli italiani in uscita. Oltre a Mario Draghi, Federica Mogherini e Antonio Tajani – i tre più in vista -, il presidente della commissione Affari economici del Parlamento Roberto Gualtieri o il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli.

E se l’Italia è più isolata all’interno del Parlamento europeo rispetto al 2014 – visto che due dei tre partiti principali (Lega e Movimento 5 Stelle) non appartengono ai più importanti gruppi parlamentari – non per questo non potrà ricoprire alcuni ruoli di rilievo all’interno dell’Ue. A partire dalla presidenza del Consiglio europeo (improbabile) e dal ruolo di commissario (più probabile), fino alle varie vicepresidenze. Ecco alcuni dei protagonisti di questo toto-nomine.

Enzo Moavero Milanesi

ANSA / Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi

Forse il più papabile di tutti i candidati. L’attuale ministro degli Esteri Moavero Milanesi vanta rapporti stretti con diverse figure importanti all’interno dell’Ue – come il candidato dei socialisti europei Frans Timmermans (è stato suo consigliere dal 2015 al 2017) e il capo negoziatore Brexit Michel Barnier (di cui è stato consigliere per gli aspetti giuridici del mercato interno nel 2014), oltre che diverse esperienze in Europa, come ministro degli Affari europei con il governo di Mario Monti. Inoltre, apprezzato sia dal Movimento 5 Stelle sia dalla Lega, è il vero candidato “della concordia”.

Enrico Letta

ANSA/ Enrico Letta

Il nome di Enrico Letta è stato più volte sbandierato come possibile candidato alla guida del Consiglio europeo. Ex capo del governo, come impone la tradizione europea – l’attuale presidente Donald Tusk è stato Primo ministro della Polonia mentre il suo predecessore Herman Van Rompuy è stato Capo del governo del Belgio – in precedenza ministro per gli Affari Europei (1998-9), è figura autorevole a livello internazionale (ricordiamo la sua attuale carica, come decano della scuola per gli studi internazionali a Sciences Po). Principale difetto? Difficilmente il governo giallo-verde potrebbe appoggiare un esponente autorevole di centrosinistra.

Giancarlo Giorgetti

ANSA / Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport

Più appetibile, almeno alla Lega, è Giancarlo Giorgetti, sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri nonché vicesegretario della Lega, molto attivo sul fronte della politica estera. A proporre la sua nomina a Commissario Ue è stato il collega di partito, il teorico no-euro Claudio Borghi. Da parte di Giorgetti, sempre più insofferente rispetto ai colleghi di governo e sempre più pessimista riguardo alle sue prospettive, dovrebbe quantomeno esserci la disponibilità.

Luca Zaia

ANSA / Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

Tra le figure più quotate c’è anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto dal 2010. Il suo nome è stato fatto più volte come possibile commissario all’Agricoltura, in alternativa a Giulio Tremonti (ex ministro dell’Economia) e Guido Crosetto (sottosegretario alla Difesa nel governo Berlusconi e attuale coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia). Una posizione utile per l’Italia e adatta per Zaia che si avvicina alla fine del suo mandato (nel 2020) e può vantare un’esperienza come ministro dell’Agricoltura nel governo Berlusconi (2008-2010).

Carlo Calenda

ANSA / Carlo Calenda arriva al Nazareno

Con circa 275mila preferenze, Carlo Calenda è stato il secondo candidato alle elezioni europee più votato d’Italia dopo il vicepremier Matteo Salvini. Superati anche Silvio Berlusconi (circa 187mila preferenze) e Giuliano Pisapia (266 ila). All’attivo ha già un’esperienza di responsabile per le Politiche per il commercio internazionale, con delega alla politica commerciale Ue e membro del Consiglio Ue per gli Affari esteri e Commercio. Potrebbe puntare alla presidenza di una commissione parlamentare Ue.

Fabio Massimo Castaldo

ANSA / Fabio Massimo Castaldo

Il Movimento 5 Stelle sembrerebbe attualmente essere a corto di nomine spendibili, indubbiamente sia per il risultato deludente alle elezioni europee di maggio, sia per le difficoltà riscontrate nel formare un gruppo all’interno del parlamento europeo (adesso si parla di un’alleanza con il leader del Brexit Party, Nigel Farage). Unico nome papabile: Fabio Massimo Castaldo, già vicepresidente del Parlamento europeo, per questo figura istituzionale del Movimento in Europa.

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