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Il Tmb Salario chiude per sempre. Raggi a Zingaretti: «Ora revoca autorizzazione e bonifica»

13 Giugno 2019 - 09:33 Angela Gennaro
«Indispensabile un intervento di messa in sicurezza e bonifica dell'area che non è compatibile con futuri utilizzi produttivi», dice la sindaca. I residenti soddisfatti

Chiude definitivamente il Tmb Salario, l’impianto di trattamento dei rifiuti nella zona nord-est di Roma. La sindaca Virginia Raggi prende carta e penna e scrive al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, definendo «indispensabile un intervento di messa in sicurezza e bonifica dell’area che non è compatibile con futuri utilizzi produttivi». L’impianto di via Salaria 981 è stato messo fuori uso da un incendio nel dicembre dello scorso anno.

Il Tmb Salario gestiva circa 600 tonnellate di spazzatura al giorno: un quinto della produzione giornaliera di rifiuti della Capitale. I cittadini della zona, da tempo sul piede di guerra, avevano chiesto alla sindaca un atto ufficiale per scongiurare la riapertura dell’impianto.

Raggi scende in campo

«Stante la chiara volontà politica di superare definitivamente la riapertura degli impianti produttivi in quel sito, ed essendo mia ferma intenzione di rispondere alle istanze dei cittadini del Municipio 3 che chiedono con forza che l’area non venga più destinata a scopi industriali», aggiunge Virginia Raggi, «chiedo di verificare, con le competenti strutture regionali, la sussistenza delle condizioni di revoca definitiva dell’autorizzazione integrata ambientale concessa che ad oggi risulta ancora in fase di riesame e di supportare le nostre richieste di definitiva bonifica dell’area».

Le reazioni

Esulta il presidente del municipio, Giovanni Caudo. «Una battaglia vinta dai cittadini». Di Villa Spada, di Fidene, di Nuovo Salario. «Sono felice e orgoglioso di questa vittoria che dedichiamo a chi ha tanto sofferto in questi anni», scrive su Facebook. «Ai bambini dell’asilo I colori del mondo, agli esercenti e commercianti delle attività che hanno dovuto chiudere, ai dipendenti di Ama che hanno lavorato in condizioni impossibili. Alle quasi 2mila persone che un sabato di ottobre sotto la pioggia sono scese in strada sulla Salaria per far valere il loro diritto a respirare»: il riferimento è alla prima grande manifestazione dei residenti per dire no all’impianto, a ottobre 2018.

https://www.facebook.com/caudopresidente/photos/a.604233633265471/869528476735984/?type=3&theater

La sindaca Virginia Raggi «alla fine ha fatto quello che si doveva fare da tempo e che per mesi ha voluto rimandare», prosegue Caudo. «Non dimentichiamo chi nei mesi in cui protestavamo ci ha negato l’evidenza, ma ora la cosa importante è guardare la futuro. Al nuovo destino di quell’area che dovrà prevedere anche un risarcimento ai cittadini, un parco pubblico e un affaccio sul Tevere».

«Sono molto commossa. 8 anni di lotte, ogni giorno. 8 anni di sacrifici, di rabbia, di puzza atroce», scrive Maria Teresa Maccarrone dell’Osservatorio Permanente No Tmb Salario. «Dovremo continuare a lottare ogni giorno finché non vedremo l’impianto chiuso per sempre e la struttura messa in sicurezza e bonificata».

https://www.facebook.com/mariateresa66/posts/1967815849991790

La situazione a Roma

Resta il nodo dello smaltimento rifiuti, in una città che vede periodicamente picchi di crisi e invasione di spazzatura nelle strade di quartieri più o meno centrali (come in questi giorni). Citando i dati Ispra, il direttore generale di Arpa Lazio Marco Lupo ha spiegato in questi giorni alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, presieduta dal deputato M5S Stefano Vignaroli, che circa l’80% dei rifiuti urbani del Lazio viene prodotto nell’area della città metropolitana di Roma.

L’anno scorso 300mila tonnellate di rifiuti indifferenziati sono stati trattati in altre province. E quest’anno, dopo l’incendio del Tmb Salario, i rifiuti di Roma sono andati a «saturare» una quota compresa tra il 40% e il 70% della capacità dei tre Tmb nelle province di Viterbo, Latina e Frosinone. «Quasi 1 milione di tonnellate di rifiuti escono dalla città metropolitana di Roma», dice Lupo. Il sistema è precario, con criticità «legate alla carenza impiantistica, sia a condotte illecite», aggiunge la prefetta di Roma Gerarda Pantalone.

In copertina mezzi dell’Ama in entrata e uscita dal TMB Salario a Roma. Ansa/Maurizio Brambatti

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