Niente procedura di infrazione, per ora. Le indiscrezioni sulla Commissione Europea

Secondo le informazioni riportate dalla stampa britannica, i commissari non avrebbero intenzione di scontrarsi con l’Italia

Slittatta. Almeno per oggi. È questa l’anticipazione rivelata dal Financial Times. Il quotidiano britannico cita due fonti anonime che hanno rivelato i piani della Commissione europea: rinviare la procedura di infrazione e aspettare che il governo italiano offra delle proposte per trovare una soluzione. Oggi infatti è prevista una riunione della Commissione Europea a Bruxelles. Tema caldo: l’Italia. Il commissario per gli affari economici Pierre Moscovici e il vicepresidente Valdis Dombrovskis aggiorneranno gli altri membri della Commissione sulla situazione del nostro Paese. Il nodo della questione è la manovra economica decisa dal governo Conte e le sue conseguenze sul debito pubblico. Secondo il report analizzato dai commissari il debito pubblico nell’ultimo anno dovrebbe passare dal 132,2 % del Pil al 133,7%, aumentando così dell’1,5%. Sotto la lente di Bruxelles anche il deficit che dovrebbe arrivare al 2,5% nel 2019 e al 3,5% nel 2020. Mezzo punto percentuale sopra quella soglia del 3% fissata dai parametri europei.


La differenza tra debito e deficit

Debito pubblico e deficit sono due conseguenze della stessa tendenza: fare investimenti, di qualsiasi tipo, senza avere abbastanza entrate economiche. Il debito pubblico è il debito sulle spalle di un Paese, pagato da quelli che comprando titoli di Stato hanno finanziato la spesa pubblica. Tra questi creditori ci sono diversi soggetti, dai piccoli risparmiatori agli Stati esteri. Il deficit invece è la differenza, calcolata su base annua, tra quanto lo Stato spende e quanto incassa. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico italiano è uno tra i più alti al mondo. Nella classifica pubblicata a marzo il nostro Paese si colloca in quarta posizione, dopo Stati Uniti, Giappone e Francia. È seguita da altri Stati europei, come Regno Unito, Germania e Spagna.


Le politiche contestate all’Italia

Il peccato originale dell’Italia è stato nella programmazione delle politiche economiche dell’ultima manovra finanziaria. Misure dispendiose come il Reddito di Cittadinanza e Quota 100 sono state pensate stimando una crescita economica attorno all’1% del Pil. Previsioni che sono state deluse dai dati pubblicati da Istat. Nei dati pubblicati a maggio dall’Istituto di statistica la crescita è stata certificata come ferma allo 0,3%. Per correggere queste cifre e rientrare nei parametri stabiliti dall’Unione europea, il governo Conte dovrebbe approvare una nuova manovra finanziaria, di tipo correttivo. Per adesso sembra però che il governo abbia puntato su aggiornare le entrare previste nel corso di quest’anno.

Secondo le stime dei suoi tecnici infatti potrebbero arrivare nuovi fondi sia dalle entrare fiscali non previste, che dagli avanzi di Quota 100 e Reddito di cittadinanza. In entrambi i casi, infatti, queste misure sarebbero costate meno di quanto preventivato. Intanto il ministro dell’Economia Giovanni Tria è positivo sull’esito della Commissione. Al seminario di Economia Internazionale di Villa Mondragone ha dichiarato: «Noi pensiamo che l’Italia rispetti in modo sostanziale le regole di bilancio europee e sono ottimista per questa ragione riguardo alla procedura europea».

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