No, nessuno studio nega che lo scioglimento dei ghiacci si deve al Riscaldamento globale

La ricerca riguarda l’andamento della banchisa in antartide, non nega affatto il ritiro dei ghiacci

In un recente articolo l’agenzia di stampa Agi titola che «non sarebbe il surriscaldamento globale la causa dello scioglimento dei ghiacci». Secondo l’Agenzia il «ghiaccio antartico» sarebbe risultato addirittura «regolarmente in aumento» prima del 2014. Questa rivelazione negherebbe anni di studi sui cambiamenti climatici. Eppure tale scoperta viene attribuita ad un recente studio del National Snow & Ice Data Center.

In realtà traendo spunto da un articolo pubblicato su NewScientist, Agi non fa altro che riportare il commento del presidente dell’Istituto americano Mark Serreze, citato dalla fonte estera, in merito a una ricerca pubblicata su Pnas (organo dell’Accademia americana delle scienze):

«Sostenere che questo recente calo sia la prova dell’inizio di un declino a lungo termine guidato dal riscaldamento delle serre è prematuro»

Non sarebbe il Riscaldamento globale la causa dello scioglimento dei ghiacci?

Il titolo dell’articolo di NewScientist ha un tono un po’ diverso: «Antarctic sea ice is declining dramatically and we don’t know why». Lo riportiamo in lingua originale perché – come vedremo – l’equivoco ruota attorno al concetto di «sea ice».

Secondo Agi «il problema dello scioglimento dei ghiacci non ha mai riguardato l’Antartide fino al 2014», questo dato proviene dal già citato articolo di Pnas firmato da Claire L. Parkinson.

Leggendo la ricerca scopriamo appunto che si parla di «sea ice», ovvero il ghiaccio marino, meglio noto come “banchisa” o “pack”. Capiamo quindi anche il senso di un’altra delle affermazioni prese da NewsScientist:

«Lo scioglimento del ghiaccio marino antartico [della banchisa] non aumenta l’innalzamento del livello del mare, perché il ghiaccio è già nell’acqua».

Il problema sussiste invece quando analizziamo il ritiro dei ghiacciai (glaciers). Ghiaccio marino e ghiacciai sono due cose diverse, proprio come spiega il National Snow & Ice Data Center

«Il ghiaccio marino è acqua ghiacciata dell’oceano. Si forma, cresce e si scioglie nell’oceano. Al contrario, iceberg, ghiacciai e banchi di ghiaccio galleggiano nell’oceano ma provengono da terra. Per la maggior parte dell’anno, il ghiaccio marino è tipicamente coperto di neve».

La banchisa (sea ice) in Antartide

Di cosa parla esattamente lo studio

Nello studio di Pnas si fa riferimento a una accelerazione nel ritiro della banchisa in Antartide dal 2014 al 2017, che non può spiegarsi solo col Riscaldamento globale, quindi vengono presentate diverse ipotesi riguardo a fattori naturali aggiuntivi:

  • I venti che influiscono in maniera diversa;
  • Il buco nello strato di ozono;
  • Quel fenomeno climatico chiamato El Niño.

Non di meno, subito dopo l’abstract, l’introduzione dovrebbe aiutarci a comprendere meglio che nel complesso lo studio non nega del tutto nemmeno un ritiro dei ghiacci marini prima del 2014:

«Dalla fine degli anni ’90, è stato chiaro che la copertura del ghiaccio artico marino è diminuita di dimensioni – spiega Parkinson riferendosi alle analisi satellitari iniziate alla fine del 1978 – Le diminuzioni sono aumentate dagli anni ’90 e hanno fatto parte di una serie coerente di cambiamenti nell’Artico, tra cui l’aumento delle temperature atmosferiche, lo scioglimento dei ghiacci, lo scongelamento del permafrost, le stagioni di crescita più lunghe, l’aumento dell’erosione costiera e il riscaldamento degli oceani».

Effettivamente sul riscaldamento degli oceani e sul ritiro delle calotte glaciali vi sono tanti studi recenti che confermano un collegamento causale col Riscaldamento globale.

Ghiacci artici (glaciers)

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