Global warming e disuguaglianze, il rapporto Onu del prof. Philip Alston parla di «Apartheid climatico»

Il riscaldamento globale e la crisi climatica si traduce in aumento delle disuguaglianze nel Mondo

A poca distanza dalla pubblicazione dello studio di Stanford sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) su come i cambiamenti climatici possano incidere sul divario tra paesi poveri e ricchi, arriva recentemente anche il report di Philip Alston, relatore speciale per le povertà estreme, presentato al Consiglio dei diritti umani dell’Onu.


L’analisi di Alston va oltre il divario tra Stati, parlando di una vera e propria «apartheid climatica» tra ricchi e poveri. Il termine è preso in prestito da quello usato per indicare la segregazione razziale a danno dei neri in Sudafrica e negli Stati Uniti. 


Cambiamenti climatici e Diritti umani

Alston non fa nessuna scoperta, rispecchia anzi gli ultimi studi sul fenomeno – trattati anche da Open in precedenti articoli: sull’aumento delle emissioni di CO2; sulla penuria di cibo e sul ritiro dei ghiacciai.

Il problema mette in correlazione le conseguenze del Riscaldamento globale con la difesa dei Diritti civili, come evidenzia il Guardian riportando l’allarme di Alston. 

Le affinità coi precedenti studi

Le ragioni sono le stesse messe in evidenza dallo studio pubblicato nel maggio scorso su Pnas:

«Il cambiamento climatico minaccia di annullare gli ultimi 50 anni di progressi nello sviluppo – afferma Alston – nella salute globale e nella riduzione della povertà».

Tutti i paesi in via di sviluppo subiscono il 75% del peso della crisi climatica, mentre solo per il 10% partecipano alle emissioni. 

La disuguaglianza nell’accesso alle risorse fossili e le conseguenze che i cambiamenti climatici comporteranno nella produzione, si traducono quindi in disuguaglianze che vanno a minacciare nel Mondo i diritti civili e politici dei più poveri. 

Alston è più esplicito indicando tra le potenziali conseguenze a lungo termine anche un incremento dei movimenti nazionalisti e xenofobi:

«Il rischio di scontento nelle comunità, di crescente disuguaglianza e di livelli ancora più elevati di privazione in alcuni gruppi, probabilmente stimolerà reazioni nazionaliste, xenofobe, razziste e altre. Mantenere un approccio equilibrato ai diritti civili e politici sarà estremamente complesso».

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