Alitalia, i Cinque stelle cedono: i Benetton verso il salvataggio della compagnia

Il dossier potrebbe chiudersi già lunedì prossimo, e per il Movimento sul tavolo ci sarebbe qualche compromesso da accettare

Né in Autostrade, né in Alitalia aveva sentenziato il vicepremier Luigi Di Maio appena due settimane fa. Eppure, sembra che per Atlantia, la holding della famiglia Benetton, si sia riaperta una chance concreta per entrare nel salvataggio di Alitalia.


Potrebbe trattarsi di una situazione di compromesso per riuscire a chiudere il dossier il prima possibile (fonti di Governo parlano di un punto d’arrivo già lunedì), e che non vedrebbe la società nella veste di primo partner privato, ma in quota azionistica paritaria con l’altro candidato sul piatto, la famiglia del fondatore e ex presidente Air One Carlo Toto.


Ad avere la maggioranza assoluta sarebbero i soci pubblici Fs e Mef, con il 51% delle quote (poco più del 35% e il 15%), così da tenere sotto controllo la compagnia. Il partner industriale sarebbe l’americana Delta, alla quale il Governo ha chiesto di accrescere il suo impegno partecipativo fino al 20%. Se così fosse, il Movimento riuscirebbe a garantirsi più margine percentuale per arginare l’influenza dei Benetton e uscire dall’accordo cercando di rimetterci il meno possibile in termini di reputazione.

Ma la Delta, membro di Skyteam come Alitalia, ha posto due condizioni indiscutibili: alleati forti e la fine delle proroghe. Il che aumenta ancora di più le pressioni sulla chiusura del caso Alitalia, poiché Atlantia sarebbe già un candidato e già forte, considerando anche l’appoggio che la Lega ha sempre ribadito alla holding. Al momento, a un passo dalla chiusura del salvataggio regolamentato nel dl Crescita, le uniche alternative ad Atlantia sarebbero le offerte di Claudio Lotito e di Avianca, che però non hanno entusiasmato il Governo.

Dopo la tragedia del ponte Morandi dell’agosto 2018, Atlantia è entrata nel mirino del Movimento 5 Stelle, che da allora promette la revoca delle concessioni autostradali e l’esclusione della famiglia Benetton, che la controlla, dagli investimenti nella compagnia di bandiera. Ora Di Maio sembrerebbe a un passo dal cedere sul secondo punto, mentre rimane fermo nel ribadire la separazione tra le due questioni, pretendendo che l’ingresso di Atlantia in Alitalia non comporti l’automatica riconferma in Autostrade.

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