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Bufera su Trump, insulti «sessisti e razzisti» a deputate dem: la rivolta delle politiche da Ocasio-Cortez a Theresa May

15 Luglio 2019 - 20:23 Redazione
In difesa del gruppo di parlamentari capitanate da Alexandria Ocasio-Cortez anche Hillary Clinton, Nancy Pelosi, Beto O'Rourcke e Sadiq Khan

I tweet accusati di razzismo di Donald Trump finiranno alla Camera dei Rappresentanti che sarà chiamata a votare una risoluzione di «condanna». I cinguetti del presidente, secondo i promotori dell’iniziativa, rivelerebbero un atteggiamento «xenofobo».

Era stato durissimo l’affondo di Donald Trump contro le quattro neo-deputate democratiche che hanno conquistato il loro seggio alle ultime elezioni di midterm, colpevoli, secondo Trump, di essersi battute contro i rimpatri dei migranti. I suoi tweet, in cui definiva le parlamentari «anti-americane» e «anti-semite» hanno generato un coro di indignazioni negli Stati Uniti e all’estero.

A Trump ha replicato con durezza Theresa May: le parole del presidente americano, per la dimissionaria primo ministro britannico, sono «completamente inaccettabili». L’accusa nei confronti di Trump è quella di razzismo: il presidente ha infatti invitato Alexandria Ocasio-Cortez, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar, tutte e quattro donne, nessuna bianca, a tornarsene nei loro Paesi d’origine.

«La loro agenda politica è disgustosa e gli americani la bocceranno», aveva twittato Trump. «Sappiamo tutti – aveva scritto ancora – che Ocasio-Cortez e le altre sono un branco di comunisti, che odiano Israele e il nostro Paese».

E ancora: «Quando si scuseranno con il nostro Paese, il popolo di Israele e con l’ufficio del Presidente, per il linguaggio volgare che hanno usato e per le cose terribili che hanno detto? Tante persone sono arrabbiate con loro e le loro azioni sono orribili e disgustose!».

I difesa del quartetto di deputate democratiche, ribattezzate dalla stampa statunitense “The squad”, sono scesi in campo oltre a Theresa May numerosi altri esponenti del mondo politico progressista.

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha dichiarato in un’intervista: «Queste parole le ho sentite pronunciare da razzisti e fascisti. Mai da un politico mainstream. E ora ecco a voi il presidente degli Stati Uniti che usa questo tipo di linguaggio».

Anche Hillary Clinton si è schierata con Ocasio-Cortez e le altre tre deputate contro Trump: «Sono americane e dici bene solo su una sola: il ‘loro’ governo è un’assoluta catastrofe».

Non da me è stata la speaker della Camera, Nancy Pelosi, che spesso ha avuto attriti con le deputate portoricane per questioni legate ai fondi stanziati per le frontiere. Pelosi ha definito le parole di Trump «xenofobe e destinate a dividere l’America».

Duro anche Beto O’Rourke, uno dei candidati alle primarie del Partito democratico per le presidenziali del 2020, che ha risposto direttamente ai tweet di Trump: «Tutto ciò è razzista. Queste deputate sono americane come mai potrai esserlo tu e rappresentano i nostri valori meglio di quanto potrai mai fare tu».

Ma il titolare della Casa Bianca non si è fatto intimorire e, dopo aver richiesto con forza l’appoggio del Partito repubblicano a sostegno delle sue dichiarazione, nella serata italiana del 15 luglio ha ribadito, rincarando la dose: «Se non sono contente di stare qui, possono andarsene. Queste sono persone, a mio avviso, che odiano l’America» E ha chiosato: «Non sono preoccupato se ci sono persone che pensano che i miei tweet sono razzisti».

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