Carabiniere ucciso, ecco l’audio della chiamata al 112 del pusher Brugiatelli

Sergio Brugiatelli, l’uomo a cui i due accusati rubano il borsello come ritorsione per una dose di aspirina spacciata per cocaina, chiamò davvero il 112. Al suo posto, al momento della restituzione, si presentarono Rega e il collega Varriale

C’è un altro tassello che aiuta a fare chiarezza sull’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega: Sergio Brugiatelli, il pusher a cui i due accusati hanno rubato il borsello come ritorsione per una dose di aspirina spacciata per cocaina, chiamò davvero il 112, proponendo ai carabinieri di farsi trovare al posto suo al momento della restituzione.


I due americani, accusati dell’omicidio, avrebbero detto al pusher che avrebbero restituito il borsello soltanto in cambio di 100 euro e un grammo di cocaina. All’appuntamento, però, si sono presentati Cerciello Rega e il suo collega Varriale, che dopo essersi qualificati sono stati aggrediti. Cerciello, colpito con varie coltellate da Elder Lee – reo confesso – è morto a causa delle ferite.


La trascrizione della telefonata

Brugiatelli: «Mi hanno rubato la borsa, sto in piazza Gioacchino Belli, però questi ragazzi io li chiamo e mi chiedono il riscatto. Io devo fare una denuncia, dentro avevo i documenti, codice fiscale, patente ecc. Se potete veni’ almeno vi do il numero, se loro mi rispondono voi potete rintracciarli. Mi sono anche scappati perché gli sono corso appresso con la bicicletta ma non li ho presi».

112: «Ma come sono scappati, motorino a piedi?»

Brugiatelli: «No a piedi»

112: «Quindi lei li chiama e loro chiedono i soldi?»

Brugiatelli: «Sì, sennò non me ridanno la borsa coi documenti dentro. Io sto a piazza Belli, sto con una bicicletta grigia, mi vedete, sto in pantaloncini blu, scarpe bianche, bicicletta grigia. Almeno vi do il numero, provo a chiamarli e dico: “Vi do i soldi, ridatemi la borsa”».

112: «Ok, attenda lì stiamo arrivando, arrivederci»

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