Chi è Benedetta Pilato: la 14enne casa, scuola e piscina che ha fatto emozionare l’Italia

Con l’argento nei 50 rana, la nuotatrice ha riacceso la passione per il nuoto che rischiava di spegnersi con l’imminente addio di Federica Pellegrini

Una ragazza casa, scuola e piscina. Benedetta Pilato, nata a Taranto il 18 gennaio 2005, ha raccolto il testimone di Federica Pellegrini esattamente il giorno in cui la “divina” ha dato l’addio alle gare del Mondiale.


Adesso bisogna prepararsi per Tokyo 2020, poi la regina dei 200 stile libero si asciugherà per l’ultima volta quel mix di lacrime, acqua e sudore e sarà davvero la fine di un’era in cui l’Italia ha scoperto che anche uno sport come il nuoto può coinvolgere, emozionare, unire.


E proprio quando sembrava che bracciate e virate stessero per tornare al rango di sport di nicchia, ecco che Benedetta Pilato, 14 anni e 6 mesi, ha raccolto quell’eredità liquida che Pellegrini non sapeva a chi lasciare. In un altro stile: la rana.

Da Taranto a Gwangju, in Corea del Sud, il suo viaggio era già un record: nessun italiano così giovane aveva nuotato in un mondiale. A chi, Pilato, ha strappato il primato? A Pellegrini, tuffatasi in una vasca mondiale per la prima volta a 14 anni e 11 mesi.

La giornata tipo di una baby campionessa

La giovanissima tarantina abita a Talsano e frequenta il liceo di Scienze applicate “Principessa Maria Pia” a Taranto. Ha chiuso questo primo anno scolastico con la media dell’8,8. Dopo la scuola, le vasche nella piscina Solaris di Pulsano. Da quando aveva quattro anni, sempre la stessa vasca.

L’allenatore, Vito D’Onghia, l’aspetta a Taranto per festeggiare e riprendere gli allenamenti: la campionessa, subito dopo l’argento, già pensava ai mondiali juniores. A Taranto riprenderà subito la routine, cinque chilometri di vasche al giorno e i quaderni dei compiti per le vacanze.

La famiglia

L’acqua e i libri, per i genitori, devono andare di pari passo. Il fratellino Alessandro, quando ha visto la sorella piangere di gioia a Gwangju, ha detto di essere felice un po’ per l’argento, un po’ «perché lei a volte mi dà fastidio – e con i mondiali – è stata molti giorni via da casa». Alessandro ha preferito il calcio al nuoto.

I genitori, invece, non vedono l’ora che torni. Il papà di Benedetta è un militare in servizio alla base Maristaer di Grottaglie, la mamma è una commessa. «Il risultato sportivo era secondario – ha commentato subito il papà – l’importante è che Benedetta si sia goduta l’atmosfera e questa fondamentale esperienza sportiva».

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