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L’audio segreto di Di Maio: «Ogni volta devo accordarmi con “quell’altro”». Salvini: «Mi chiamo Matteo»

29 Luglio 2019 - 19:00 Redazione
Doveva essere un incontro a porte chiuse con gli attivisti del M5S, ma l'audio è stato diffuso da LaCnews

Soltanto qualche giorno fa Luigi Di Maio invitava Matteo Salvini a calmare gli animi, mettendo da parte i rancori. «Smettiamola di litigare», diceva il vicepremier grillino dopo una giornata particolarmente calda per il governo.

Sono bastate poche ore, dunque, in mezzo una frecciatina nemmeno troppo velata di Salvini sulla Tav, per far tornare un clima teso tra i due alleati di governo. Di Maio allora si sfoga con i militanti: «A volte dobbiamo subire l’atteggiamento della Lega che è insopportabile. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Cdm, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro là», dice riferendosi al suo alleato di Governo. L’audio, registrato durante un incontro a porte chiuse di Di Maio con gli attivisti grillini a Cosenza, è stato diffuso da LaCnews.

Non si è fatta attendere la replica di Salvini: «Quell’altro? Mah… Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo…», avrebbe detto il leader leghista. Lo fanno sapere fonti della Lega.

L’audio “segreto”

«Quando ti siedi a quel tavolo non puoi pretendere, perché se lo fai anche l’altro pretende e non si porta a casa niente. Tu cerchi di ottenere il 100% ma sai che a quel tavolo devi ridurre al 70-80», spiega di Maio ai grillini durante l’incontro. A scatenare lo sfogo sempre la Tav, a cui il M5S continua ad opporsi, nonostante l’apertura per ragioni economiche del premier Giuseppe Conte.

Una chiacchierata, quella di Di Maio con i militanti, a tutto tondo che tocca diversi punti caldi tra cui il caso Siri. «Noi siamo l’unica forza politica che è andata al governo per realizzare il programma elettorale. Ci è andata 33% quindi non può realizzare tutto ma sempre meglio che realizzare zero e avere al governo quelli che, per esempio, il mio ministero ha fermato e nessuno ha detto niente quando stavano con Siri provando sull’eolico a fare business con la mafia. E l’abbiamo fermato noi al Mise».

«Arrivi al punto che ti chiedi ma questo 80 vale la pena approvarlo? Se siamo al punto negoziare nostri valori non va bene», continua Di Maio. E non ha dubbi sulle intenzioni della Lega: «Il ‘partito unico’ non vede l’ora di far cadere il governo, perché a settembre si vota il taglio dei parlamentari». Non risparmia parole dure, non solo contro gli alleati di governo, ma anche contro gli stessi sostenitori del M5S e promette di eliminare «gli iscritti che mettono zizzania». «È tempo di riprendere l’attività di pulizia perché siamo a un punto di non ritorno e non possiamo restare ostaggio di chi è in malafede».

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