Perché la fusione dei ghiacci in Groenlandia è un problema anche nostro – L’intervista al meteorologo Luca Mercalli

Il meteorologo spiega perché quello che sta succedendo in Groenlandia può cambiare il mondo in cui siamo abituati a vivere

Fiumi di acqua, che si muovono su un letto di ghiaccio. Una gamma di colori freddi. Che va dal bianco sporco sulla superficie dei ghiacciai all’azzurro chiaro dell’acqua che li attraversa, tracciando nuovi percorsi. Queste immagini stanno facendo il giro dei social, a colpi di like e condivisioni. C’è un numero, però. che spaventa più di queste immagini: 10 miliardi di tonnellate. A tanto arriva l’acqua che in un solo giorno è stata riversata nell’oceano. Per riportare questo dato a una misura più conosciuta, è l’equivalente di 4 milioni di piscine olimpioniche ben riempite. Ma perchè quello che sta succedendo in una terra così lontana sta sollevando tanto interesse? Al di là delle immagini spettacolari e del rinnovato interesse per il clima che sta coinvolgendo tutto l’Occidente, quello che accade in Groenlandia riguarda anche noi. E non solo il nostro clima, ma anche le nostre coste. Luca Mercalli è un meteorologo e divulgatore italiano. Uno dei volti che in televisione stanno provando a spiegare costa sta succedendo al nostro pianeta. Un’operazione non semplice, perchè deve confrontarsi tutti i giorni con fake news e opinioni politiche non esattamente scientifiche. Un lavoro che bisogna portare avanti con precisione, anche nelle interviste.


In un giorno si sono sciolte circa 11 miliardi di tonnellate di ghiaccio in Groenlandia.

«Per l’esattezza non si dice “sciolte” ma “fuse”. Stiamo parlando di un passaggio di stato da solido e liquido, e quindi parliamo di fusione».

In queste ore la notizia è circolata parecchio. È un fenomeno in controdenza con quello che si è sempre registrato in questo territorio?

«No, non è nulla che non potessimo aspettarci. Il riscaldamento globale è arrivato anche lì. È un cambiamento in atto da oltre 30 anni. Nelle nostre Alpi i ghiacciai sono messi anche peggio, si stanno riducendo fino all’estinzione. Ma sono piccoli.

In Groenlandia parliamo di un ghiacciaio che si espande per 2 milioni di chilometri quadrati, con ghiacci che arrivano a toccare i 4mila metri di dislivello».

Quali dovrebbero essere i valori normali in una stagione estiva?

«In un clima sano la fusione interessa solo le coste. Nella zona centrale della Groenlandia la temperatura non dovrebbe mai arrivare sopra lo zero, nemmeno nei giorni cruciali dell’estate. Questi episodi sono sempre più frequenti. Interessano anche le zone polari».

Cosa accadrebbe se tutti i ghiacci della Groenlandia si fondessero?

«Il ghiaccio della Groenlandia si trova sulla terraferma. La sua fusione quindi provocherebbe l’innalzamento del livello del mare. Non è come il ghiaccio della banchisa, che galleggia sul mare. Questo ghiaccio quando si fonde non cambia molto il livello delle acque».

E di quanto si alzerebbe il mare?

«Se tutta la Groenlandia rimanesse priva di ghiaccio, parleremmo di un innalzamento di circa 7 metri. Se succedesse per l’Antartide, il mare aumenterebbe il suo livello di 67 metri. L’acqua di questi giorni però ha portato a un aumento solo di qualche millimetro».

Tutta questa acqua dolce, e fredda, che finisce nell’oceano potrebbe cambiare anche l’equilibrio dei nostri mari?

«Grandi quantità di acqua dolce, in quel punto del pianeta, possono disturbare la Corrente del Golfo e cambiare la metereologia dell’emisfero nord. Ma su questo punto i dati sono ancora troppo pochi per capire il reale impatto di questi fenomeni.

Questi cambiamenti così intensi entrano in modo prepotente nella nostra vita. Se cambia la metereologia a cui siamo abituati, poi è ovvio che ne subiamo le conseguenze. Quello che succede in Groenlandia potrebbe cambiare quello che viviamo noi».

Materialmente questo cosa vuol dire?

«Un esempio chiaro è proprio quello del livello del mare. Quello che succede in Groenlandia lo vediamo subito a Venezia, e in altre parti d’Italia. Pensiamo al concerto di Jovanotti in Liguria, annullato perché la spiaggia di Albenga è quasi sparita».

Quali sono le prospettive per i prossimi anni?

«Se non facciamo niente per le emissioni fra 80 anni potremmo avere anche un metro di mare in più. Come impatterebbe questo su alcune zone dell’Italia come il delta del Po?».

I ghiacci della Groenlandia sono interessanti anche perché attraverso la loro stratificazione raccontano la storia del nostro clima. Questa fusione così massiccia può diventare un problema anche per i ricercatori?

«Sì, nel momento in cui c’è la fusione è come perdere alcune pagine di un libro dove è conservato il nostro passato. In Groenlandia ci sono strati di ghiaccio accumulati dagli ultimi cento mila anni. La fusione poi inquina anche gli strati sottostanti. L’acqua che si crea negli strati superiori compromette i dati di quelli sotto».

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