Brexit, spunta il dossier sull’uscita senza accordo: lo scenario apocalittico che doveva restare segreto

Il Governo britannico ha firmato un decreto per annullare le leggi Ue all’indomani del 31 ottobre. Ma un documento del Governo elenca tutti i rischi del ‘no deal’

Il Governo capeggiato da Boris Johnson è intenzionato a portare il Regno Unito fuori dall’Unione europea a tutti i costi entro il 31 ottobre 2019, l’ultima scadenza per la Brexit. Anche al costo quindi di una Brexit ‘senza accordo’, ovvero senza un’intesa politica e commerciale con Bruxelles, già respinta tre volte dal parlamento britannico.


Per farlo il Governo ha recentemente deciso di abrogare la legge del 1972 sulle Comunità Europee – European Communities Act – che applicava automaticamente nel Regno Unito le leggi varate a Bruxelles. Dal 1 novembre non sarà più così.


Per il ministro per la Brexit, Stephen Barclay, si tratta di una decisione storica che permette al Regno Unito di «riprendere il controllo», come promesso dal fronte pro-Brexit. «Non ci sarà nessun dietrofront – ha commentato Barclay – lasceremo l’Ue come promesso il 31 ottobre, indipendentemente dalle circostanze», un riferimento non troppo velato all’uscita senza accordo.

Il dossier

Ma dalle fila del Governo trapela, nella forma di un dossier segreto la preoccupazione per un ‘no deal Brexit’. I documenti ottenuti dal quotidiano britannico The Times, parlano di gravi impedimenti ai normali flussi di beni e di persone in uscita e in entrata dal Regno Unito con ritardi e difficoltà nell’approvvigionamento di medicinali, di beni di consumo ma anche nella mobilità personale.

Fino all’85% dei camion e tir diretti in Europa dal Regno Unito potrebbero trovarsi impreparati di fronte ai controlli doganali in Francia, creando una situazione di stallo nei porti britannici che potrebbe durare fino a 3 mesi. Potrebbero passare sei mesi invece finché i flussi di medicinali tornino alla normalità.

E poi ci sarebbe anche il ritorno a un confine duro tra l’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) e la Repubblica irlandese (Stato membro dell’Unione europea), ipotesi che i ‘puristi’ della Brexit, tra cui Johnson, avevano più volte scongiurato. Tutti scenari ‘ragionevoli’ – non apocalittici – secondo il Governo britannico però, che hanno alte possibilità di concretizzarsi.

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