«Grazie Zaia»: in tutto il Veneto appare il mezzobusto del leghista, tra le cime di Cortina e le colline del Prosecco

La Lega intesta al presidente della regione Veneto i meriti per Milano-Cortina 2026 e la certificazione Unesco. Il Pd: «Sembra di stare in Iran»

Niente da fare, il vecchio vizio della politica di intestarsi traguardi collettivi continua anche ad agosto: semplificando in due parole, «Grazie Zaia», il lavoro di tanti e appartenenti anche ad altri colori politici, la Lega fa campagna elettorale mostrando le cime, che saranno olimpiche, di Cortina e le colline del Prosecco, oggi patrimonio dell’umanità.


La campagna pubblicitaria

Ed eccolo lì, in cravatta e abito neri, a braccia conserte e con il sorriso compiaciuto. La testa del presidente della Regione che divide le parole «Grazie Zaia» e, sullo sfondo, un fotomontaggio di due meraviglie del Veneto. Le Dolomiti di Cortina, insieme a Milano sede delle Olimpiadi invernali del 2026, e le colline dove si produce il Prosecco, dichiarate patrimonio dell’umanità Unesco. La giunta regionale veneta, bisogna dirlo, ha lavorato molto per questi due riconoscimenti. Ed ecco che Zaia, o meglio il suo mezzobusto, è stato affisso in lungo e in largo per la regione.


«Sembra di stare in Iran»

L’ufficio stampa della Regione Veneto si è discostato dall’accaduto: «Telefonate alla Lega. Noi non c’entriamo nulla, quei manifesti li abbiamo visti per la prima volta sui giornali», ha risposto a Repubblica. Ma è Andrea Zanoni, ex europarlamentare del Pd e adesso consigliere regionale del Veneto, a lanciare l’accusa più forte: «Vedendo quei manifesti autoreferenziali sembra di stare nell’Iran dell’Ayatollah Khomeini».

Sempre Zanoni ha aggiunto: «A occhio e croce, non credo di andare molto lontano se dico che questa campagna è costata attorno al milione di euro. Ha pagato tutto la Lega? La stessa Lega che con sentenza definitiva dovrà restituire allo Stato, cioè a tutti i cittadini, 49 milioni di euro spariti nel nulla?». La risposta è arrivata da Roberto Ciambetti, commissario della Lega di Treviso e curatore dell’iniziativa: «Ma quale milione di euro, abbiamo speso circa 17 mila euro per tutto il Veneto. Ad agosto i cartelloni costano poco, è stata una spesa abbordabile e adeguata alle finanze del movimento in questo momento».

L’errore nel manifesto

Una versione dei manifesti apparsa sul sito Lega Nord – Liga Veneta riportava, accanto al simbolo del partito, il logo ufficiale dell’Unesco e quello dei Giochi olimpici 2026. Un uso improprio, addirittura vietato dal Cio, il Comitato olimpico internazionale, il quale ha autorizzato solo i comuni di Cortina d’Ampezzo e di Milano a utilizzare il logo delle Olimpiadi. «È un errore che è rimasto nella bozza pubblicata sul sito del movimento mentre sui cartelloni affissi nelle città non c’è», ha dovuto spiegare Ciambetti.

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