Programma Pd-M5s, i dem: «Passi in avanti ma ancora nodi sul tavolo». In serata il vertice sulla squadra

In tarda serata vertice con Conte sulla squadra di governo. Intanto, nel documento programmatico sono entrati punti cari al Pd, come il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori e la riforma della legge elettorale di tipo proporzionale

C’è ancora bisogno di un altro incontro per chiudere il documento programmatico che suggellerà la nuova alleanza di governo che potrebbe vedere la luce – a meno di bocciature su Rousseau – nel giro di pochi giorni.


«Sono stati fatti passi avanti con un programma serio per la ripresa degli investimenti – ha spiegato il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio alla fine del vertice – ma è un lavoro che deve essere completato, alcuni nodi sono ancora sul tavolo».


E proprio questi nodi dovranno essere sciolti nel giro delle prossime ore, nel nuovo vertice in programma nella giornata di martedì, 3 settembre, probabilmente l’ultimo utile per trovare un’intesa tra le due forze politiche.

Programma che a questo punto – diversamente da quanto inizialmente ipotizzato – non sarà pubblicato in versione integrale su Rousseau, la piattaforma su cui gli iscritti da almeno 6 mesi potranno dire la loro – dalle 9 alle 18 – sull’esecutivo giallorosso presieduto da Giuseppe Conte.

Il vertice in tarda serata sulla squadra di governo

In tarda serata il premier incaricato Giuseppe Conte – dopo aver sottoposto la bozza di programma alla delegazione di Leu – ha incontrato nuovamente le delegazioni del Pd e del M5s per discutere della squadra di governo, ancora in via di definizione. Al tavolo – terminato intorno alle 22.20 – si sono seduti Stefano Patuanelli e Vincenzo Spadafora per i 5 Stelle e Dario Franceschini e Andrea Orlando per i dem, a quest’ultimo potrebbe andare il ministero degli Esteri.

Nel suo video-appello, Conte ha spiegato di volere «persone che abbiano elevata competenza, buona capacità organizzativa, un’adeguata qualificazione politica». E dunque una squadra che abbia tecnici in alcuni ministeri chiave ma che abbia anche una forte connotazione politica. Intanto, dal Pd continuano a ribadire che Conte è una figura del M5s e non super partes.

Sul tavolo M5s-Pd

Nel documento programmatico sono entrati punti cari al Pd, come il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori e la riforma della legge elettorale di tipo proporzionale. Tra le altre questioni su cui le due forze politiche hanno trovato una convergenza c’è poi il salario minimo e la riforma costituzionale con modifica dei numeri dei parlamentari e dei regolamenti.

Passi in avanti dunque, «abbiamo lavorato bene» sono convinti i dem. Ma ci sono ancora delle questioni lasciate in sospeso, sulle quali occorrerà trovare un’intesa prima che nel Palazzo risuoni il gong del tempo scaduto. Una tra tutte, l’immigrazione: il Pd chiede un cambio di passo radicale.

L’attesa al Colle

Intanto, il capo dello Stato Sergio Mattarella aspetta che il premier incaricato salga al Colle per sciogliere la riserva, al più tardi mercoledì. Sciolta positivamente la riserva e presentata una lista di nomi, se non ci saranno incongruenze tra le figure proposte per i dicasteri chiave e la cornice programmatica indicata da Conte, i ministri saranno nominati e il giuramento sarà il prossimo step.

Se invece Conte scioglierà negativamente la riserva, salterà il tentativo di governo giallorosso e il Quirinale procederà con lo scioglimento delle Camere.

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