Di Maio, frenata sulla «santa alleanza» col Pd nelle regioni: «In Umbria un caso speciale»

L’accordo umbro resta ancora un caso unico, dopo quello trovato a palazzo Chigi

L’accordo per l’alleanza tra 5 Stelle e Partito democratico nelle regionali in Umbria è «un caso speciale». A dirlo è lo stesso Luigi Di Maio, che ha parlato da New York a margine dell’Assemblea generale dell’Onu: «Non c’è alcun automatismo verso le altre regioni».


«Lo dico – ha spiegato – perché ora si parla addirittura di una nuova alleanza, da qui ai prossimi anni. Ma voglio essere molto chiaro: in Umbria il patto civico è stato possibile perché c’era una situazione unica, c’erano delle situazioni emergenziali: la giunta uscente era coinvolta in una inchiesta, è stato commissariato il partito democratico».


«Le liste politiche – ha proseguito il ministro degli Esteri – hanno preteso discontinuità rispetto al passato e noi abbiamo proposto patto civico, che significa che i partiti dovevano fare un passo indietro e gli umbri uno avanti. Io ho fatto un appello perché il meglio di questa società, di questa comunità umbra, si facesse avanti. Se vinceremo, noi non pretenderemo di nominare alcun assessore, nessun capo delle partecipate: staremo in consiglio regionale e il nuovo presidente si farà una giunta il meglio, non chi ha portato più voti».

Di Maio ha indicato due motivi per cui l’alleanza è un caso unico nelle regionali: «il primo è che i gruppi del movimento a livello regionale potrebbero non essere d’accordo. Il secondo è che il candidato presidente non ha tessere di partito e i futuri assessori non potranno essere legati ai partiti».

«Non credo che in altre regioni ci possano essere le stesse condizioni – ha aggiunto il leader del M5s – L’Umbria è un caso speciale, è stato trattato come tale ed ora i cittadini umbri hanno la possibilità di liberarsi dalle vecchie dinamiche della politica».

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