Scontro Gruber-Salvini: se la polemica sul costume da bagno si trasforma in body shaming – Il video

di OPEN

Sono in molti a chiedersi, a prescindere dal partito di riferimento, cosa sarebbe successo se al posto della giornalista ci fosse stato un uomo e al posto del leader della Lega una donna della politica

La polemica sull’omaggio mancato dei fiori sembra esser stata archiviata, così come è stata archiviata l’esperienza del governo gialloverde. E nella prima intervista della nuova stagione di Otto e Mezzo a Matteo Salvini, ora all’opposizione e non più da ministro dell’Interno, tra Lilli Gruber e il leader leghista volano scintille sin dai secondi iniziali della trasmissione. I toni sono stati intensi e incalzanti, tant’è che la tensione era palpabile e più volte i due interlocutori si sono spazientiti. In un passaggio, per esempio, la giornalista di Otto e Mezzo ha sbottato a causa del “benaltrismo” percepito dalle risposte del leader della Lega, fino a dire: «Guardi che è lei che ha chiesto di venire in questa trasmissione».


Lo scontro sui comizi di Salvini in costume da bagno

Ma a colpire forse di più il pubblico, negli attimi finali dell’intervista, c’è stato uno scambio di battute che ha sollevato numerosi interrogativi. Gruber, infatti, ha detto a Salvini: «Siccome è arrivato l’autunno, è contento che non deve più girare da ministro dell’Interno in mutande per le spiagge italiane come ha fatto questa estate?». Davanti a questa domanda, l’ex ministro dell’Interno è rimasto visivamente basito, seppure non si tratti di una questione nuova né mai affrontata, giacché per l’intera estate non si è fatto altro che discutere delle apparizioni in spiaggia di Salvini, del giro sull’acqua-scooter della polizia del figlio, dei mojito e del Papeete, del crocefisso brandito a favor di telecamera, e delle mise del leader del Carroccio in sede balneare. Questi stessi temi sono stati anche oggetto di disputa nella discussione al Senato che ha preceduto le formali dimissioni del premier Conte e, di fatto, la caduta del Governo gialloverde. Ma Salvini, malgrado lo smarrimento iniziale, ribatte alla giornalista: «Perché in mutande? Ma lei in spiaggia ci va in smoking o in costume?».


Gruber: «La forma è sostanza»

Ma la Gruber lo incalza osservando come «Un ministro dell’Interno in slip e calzoncini non l’avevo mai visto. La forma è sostanza». Salvini allora ribatte: «Io da anni vado in vacanza con mio figlio a Milano Marittima e sia io che mio figlio ci mettiamo il costume da bagno in spiaggia». Gruber, in tutta risposta, commenta: «Ma guardi un po’, anche io quando vado al mare mi metto in costume da bagno, ma non lo farei da ministra dell’Interno e non farei comizi in spiaggia col costume da bagno». A quel punto, il leader della Lega continua a difendere la propria scelta, dicendo che non c’è nulla di male nel fare comizi in spiaggia in costume da bagno, e assicura: «Quando tornerò a fare il ministro dell’Interno, tornerò in spiaggia a Milano Marittima in costume da bagno».

Lilli Gruber cade nell’errore del body shaming

Al che Gruber si lascia andare ad un commento sull’aspetto fisico di Matteo Salvini: «Magari senza la pancia, così, per l’occhio delle ragazze». E Salvini risponde ironicamente: «Omo de panza, omo de sostanza». L’appunto sulla pancia di Salvini non è stato apprezzato dai più, a prescindere dalle simpatie o antipatie politiche nei confronti del leader leghista. Sebbene rivolto ad un uomo, per di più uno che usa spesso toni aggressivi, è comunque body shaming, analogo a quello nei confronti della ministra Teresa Bellanova. E, in un’ottica pura di gender equality, i commenti non indispensabili di mero gusto personale sull’aspetto fisico o sul modo di vestire degli altri – osservano in molti – non dovrebbero essere rivolti né alle donne né agli uomini. Il dubbio è legittimo: se a porre la domanda fosse stato un giornalista uomo a una esponente politica donna cosa sarebbe successo? È già accaduto in passato e l’impatto è stato notevole e spiacevole, ma si spera che in futuro, da ambo i lati, non si incappi più queste vere e proprie cadute di stile, anche se poi risolte con autoironia e una risata.

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