Etna, il vulcano torna a eruttare cenere. Chiusa una parte dello spazio aereo

Stefano Branca, vulcanologo e direttore dell’Ingv di Catania, ha spiegato: «Si tratta di un’attività intermittente che rientra nella norma»

Dalle 6.30 di questa mattina l’Etna è tornato a sbuffare cenere, il materiale lavico viene portato dal vento verso Sud. E sono iniziati i problemi anche con i voli. L’Unità di crisi della Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, ha scelto di disporre la chiusura di una parte di un settore dello spazio aereo. L’arrivo dei velivoli è stato limitato a quattro veicoli all’ora mentre non ci sono limitazioni per le partenze, che comunque potranno subire ritardi e disagi.


Stefano Branca, vulcanologo e direttore dell’Ingv di Catania, ha spiegato all’agenzia giornalistica Agi che non si tratta di un fenomeno nuovo, ma l’ennesima dimostrazione di un’attività che è ricominciata già da diverso tempo: «Le emissioni di cenere del vulcano Etna fanno parte di un’attività esplosiva che non è iniziata oggi ma a metà settembre. Sono discontinue, alcuni giorni ci sono e altri no, quindi la chiusura dello spazio aereo è una procedura precauzionale che deriva da una decisione dell’Enac dopo che quotidianamente vengono forniti i dati».


Branca invita chi vive nei pressi del vulcano e chi sta seguendo la vicenda a non preoccuparsi: «Le eruzioni di questi giorni le definirei ‘classiche’ per l’Etna. Non è la prima volta che capita, mi ricordo che la chiusura dello spazio aereo c’è stata anche l’1 e il 5 ottobre. Si tratta di un’attività intermittente che comunque ripeto rientra nella norma». E ancora: «Non c’è, inoltre, alcun pericolo per gli abitanti della zona, perché tutto si svolge in cima al vulcano a un’altezza di 3.300 metri, dove quindi non c’è nessuno».

Foto di copertina: Ansa | L’Etna visto durante le eruzione del dicembre 2018

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