Siria, Erdogan a Mosca tra pochi giorni. La Turchia «non dichiarerà mai il cessate il fuoco»

Oggi ad Ankara arriva il vicepresidente americano Pence; a Bruxelles riunione degli ambasciatori Nato

La Turchia non è preoccupata dalle sanzioni USA, non dichiarerà mai il cessate il fuoco in Siria e proseguirà l’operazione militare con o senza il sostegno del mondo: parola di Recep Tayyip Erdogan, presidente turco.


Il suo omologo russo intanto, Vladimir Putin, frena l’offensiva turca con lo schieramento della polizia militare russa come forza d’interposizione. Oggi ad Ankara arriva il vicepresidente americano Pence; a Bruxelles riunione degli ambasciatori Nato.


Erdogan a Mosca

Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan si sono sentiti per telefono “su iniziativa della parte turca”, fa sapere il Cremlino. La conversazione si è concentrata sulla situazione in Siria e Putin ha invitato Erdogan a Mosca. Il presidente turco ha accettato e si recherà nella capitale russa “entro pochi giorni”. Lo riportano le agenzie russe.

I due leader hanno discusso della situazione nel nord della Siria, sottolineando «la necessità di prevenire i conflitti tra le unità dell’esercito turco e le truppe del governo siriano», ha detto il Cremlino. Secondo il servizio stampa della presidenza, il leader russo ha attirato l’attenzione sull’aggravarsi della situazione umanitaria nelle regioni lungo il confine tra Siria e Turchia. Il capo dello stato ritiene inammissibile consentire a miliziani di organizzazioni terroristiche, tra cui lo Stato islamico, che sono sorvegliati dalle unità armate curde, di sfruttare questa situazione”, ha osservato il Cremlino.

Il fronte

Intanto la cittadina siriana strategica di Manbij, nel nord del Paese, non è sotto il controllo delle forze governative siriane, come affermato in precedenza da diverse fonti di stampa. Lo riferiscono all’Ansa testimoni oculari presenti in queste ore a Manbij. Le stesse fonti hanno inviato un video in cui mostrano un manipolo di truppe governative, presenti nelle campagne circostanti la città, mentre vengono allontanate dalla popolazione locale.

«In città ieri sera è soltanto entrata per poco tempo una pattuglia della polizia militare russa, che è uscita poco dopo. Non ci sono truppe di Assad», affermano le fonti in riferimento all’esercito del presidente siriano Bashar al Assad.

Usa, i vertici del congresso da Trump

I leader repubblicani e democratici al Congresso americano e i vertici delle commissioni Esteri e Forze armate di Camera e Senato dovrebbero incontrarsi oggi alla Casa Bianca col presidente Donald Trump per discutere la situazione in Siria. Lo riferisce la Reuters sul suo sito, citando fonti di Capitol Hill.

All’incontro, nel giorno della visita del presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella, è prevista la partecipazione di Mitch McConnell, leader del Grand old party al Senato, e di Nancy Pelosi, speaker dem della Camera. I colloqui coincidono con la crescente irritazione del Congresso per la decisione da Trump di ritirare le truppe Usa nel nordest della Siria, abbandonando gli alleati curdi all’offensiva turca.

In copertina combattenti siriani appoggiati dai turchi si muovono verso la Siria del Nord per l’operazione militare nelle aree curde, vicino al confine siriano, nel distretto di Akcakale in Sanliurfa, Turchia, 15 ottobre 2019. EPA/Erdem Dahin

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