Non solo Emilia-Romagna. Tutte le prossime Regionali che minacciano il governo Conte

In totale sono otto i nuovi governatori da scegliere. Il centrodestra, oltre alla riconferma in Veneto e Liguria. punta ad allargarsi per dare una spallata all’esecutivo

Clima di campagna elettorale permanente: la prossima data da segnare sul calendario è il 26 gennaio, quando si voterà per le elezioni regionali
in Emilia-Romagna. Ma in totale nel 2020 saranno otto le regioni ad andare al voto e tutte nella prima metà dell’anno: secondo il centrodestra si tratta di competizioni amministrative che serviranno a dare una spallata al governo, mentre per la maggioranza giallorossa saranno soprattutto elezioni locali non legate alla durata dell’esecutivo Conte 2 già alle prese con tensioni interne.


La fotografia dell’Italia dopo le elezioni in Umbria (vinte dalla candidata del centrodestra Donatella Tesei) è quella di un Paese dove il centrodestra governa 12 regioni e il centrosinistra 7 (la Valle d’Aosta è invece a guida autonomista). Dopo la batosta elettorale dell’Umbria solo Giorgia Meloni ha chiesto esplicitamente al governo di dimettersi, mentre Matteo Salvini sembra voler aspettare le altre tornate elettorali: ma questa è strategia politica.


Nella Costituzione non c’è alcuna norma che preveda le dimissioni del presidente del Consiglio, nel caso in cui la maggioranza delle Regioni (o tutte le Regioni) siano governate da presidenti di partiti all’opposizione in parlamento. In passato era successo solo nel 2000, quando furono 15 le regioni al voto: il centrosinistra perse Liguria, Lazio, Abruzzo e Calabria. Massimo D’Alema si presentò al Quirinale per dimettersi e l’incarico venne poi affidato a Giuliano Amato.

La lista delle regioni al voto nel 2020

  • Emilia-Romagna: 26 gennaio 2020. Matteo Salvini ha scelto la senatrice leghista Lucia Borgonzoni che sarà appoggiata (salvo ripensamenti dell’ultimo minuto) dal centrodestra. Stefano Bonaccini, governatore Pd uscente, si vuole ricandidare e ha chiesto al Movimento 5 Stelle di appoggiarlo. Sia Nicola Zingaretti che Matteo Renzi (di cui è amico personale) gli hanno garantito sostegno. La trattativa con il M5s sembra però complicata: Luigi Di Maio ha escluso una candidatura simile al ‘patto civico’ dell’Umbria.
  • Calabria: manca ancora l’ufficialità della data, ma si potrebbe votare lo stesso giorno dell’Emilia-Romagna. L’alleanza di governo Pd-M5s sembra destinata a non ripetersi. I Dem sembrano non volere schierare il governatore Pd uscente Mario Oliverio. In Calabria alle ultime Europee il partito di Zingaretti è arrivato terzo, preceduto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle (26,69%).
  • Campania: Vincenzo De Luca (Pd) è il presidente della Regione dal 2015 ed è intenzionato a ricandidarsi. In questi anni è stato uno dei politici più critici verso Luigi Di Maio, a cui dedica spesso un pensiero critico durante le sue dirette streaming. Il centrodestra dovrebbe schierare un candidato di Forza Italia.
  • Puglia: il governatore Michele Emiliano, sempre molto critico verso Matteo Renzi, vorrebbe ricandidarsi con il sostegno di tutto il centrosinistra, mentre il centrodestra avrà un candidato di Fratelli d’Italia come chiesto da Giorgia Meloni.
Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
  • Toscana: Enrico Rossi (rientrato da qualche mese nel Pd) aveva trionfato nel 2015, quando il Pd era stato il primo partito con oltre il 46,3% dei voti ma anche la Lega aveva ottenuto un risultato significativo: 16,1%. Per ora la Toscana è l’unica regione in cui Matteo Renzi ha già annunciato che ci sarà una lista di Italia Viva a sostegno del candidato del centrosinistra, che dovrebbe essere Eugenio Giani, attuale presidente del Consiglio regionale. Tra i partiti del centrodestra nessuno vorrebbe mettere un proprio candidato, vista la difficoltà della sfida: in base all’accordo tra Salvini, Berlusconi e Meloni si dovrebbe scegliere all’interno di Fratelli d’Italia.
ENRICO ROSSI
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi
ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
  • Marche: per la successione di Luca Ceriscioli (Pd), il candidato schierato dal centrodestra potrebbe essere l’ex sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, che quest’estate ha lasciato Forza Italia per Fratelli d’Italia. La ri-candidatura di Ceriscioli non è scontata: il Pd è diviso mentre il Movimento 5 Stelle ha già chiesto discontinuità.
  • Veneto: è una delle due regioni guidate dal centrodestra in cui si voterà nel 2020. Il presidente uscente Luca Zaia non ha davanti a sé una sfida particolarmente complicata.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
ANSA/RICCARDO GREGOLIN
  • Liguria: la ricandidatura di Giovanni Toti, che ha lasciato Forza Italia per fondare il movimento Cambiamo! non trova ostacoli nel partito di Salvini ma potrebbe averli con quello di Berlusconi.

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