Segre, il presidio al Memoriale della Shoah di Milano. Il presidente: «Solo i giovani possono creare una società più aperta e sensibile» – Il video

Roberto Jarach, presidente del memoriale milanese sull’Olocausto, ha parlato a Open del crescente fenomeno dell’istigazione all’odio su base etnica e religiosa e dell’iniziativa della città come risposta di solidarietà per la senatrice a vita

Un giglio bianco, simbolo di purezza, innocenza e candore, ma anche di fierezza e orgoglio. È questo il simbolo scelto dalle centinaia di manifestanti che in serata hanno mostrato la loro solidarietà a Liliana Segre davanti al Memoriale della Shoah a Milano.


Un fiore bianco, quello da cui deriva proprio il nome della senatrice a vita. Un’iniziativa che ha visto riunirsi una folla di partecipanti fuori da quel binario 21, simbolo dell’Olocausto e delle partenze verso est della comunità ebraica e di tutti i deportati verso i campi di concentramento e di sterminio durante la seconda guerra mondiale.


Una poesia di Primo Levi, uno stralcio del racconto di Liliana Segre sulla sua prigionia ad Auschwitz. Duecento messaggi di solidarietà per stringersi attorno alla senatrice dopo che la prefettura di Milano ha deciso di assegnarle una scorta a seguito dei tanti messaggi di odio che riceve quotidianamente.

«Messaggi di insulti e minacce che sono ispirati a un antisemitismo di fondo perché in realtà quella è la matrice sulla quale questi sfoghi trovano la loro base e il loro fondamento», chiarisce a Open Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah di Milano.

«L’antisemitismo non è mai morto, non si è mai sopito definitivamente e oggi sta rinascendo in modo preoccupante – continua Jarach -. Questo è lo scopo di queste manifestazioni: richiamare tutte le persone di buona volontà a capire quali sono i rischi di questa deriva».

Commissione Segre: «Un momento di allerta e riflessione»

«Questa è una situazione che si protrae da anni. Di fronte a chi vuole minimizzare questi fenomeni dico: attenzione, perché ciò che è stato può ripetersi. I pochi sopravvissuti continuano a ricordare e a riportare la nostra attenzione su questo orrore», dice Jarach che si sofferma anche sulla Commissione Segre.

«La politica deve innanzitutto applicare le leggi. Questo non vuol dire che la commissione auspicata da Liliana non abbia senso; è una commissione comunque di allerta, un momento di riflessione su quelle che sono le derive che alcune persone e le coscienze della gente possono intraprendere – dice Jarach -. Lo scopo è quello di rimanere attenti, di riconoscere i segni della violenza che sta rinascendo, opporsi e non essere indifferenti, come Liliana Segre ci ricorda sempre».

L’appello ai giovani

Dopo la risposta della città di Milano all’iniziativa per far sentire vicinanza alla senatrice a vita, Jarach ha voluto in particolare lanciare un appello alle giovani generazioni: «Studiate, approfondite, cercate di comprendere quelli che sono stati gli eventi del passato, la storia dei tragici fatti del secolo scorso. Solo le coscienze giovanili adeguatamente formate e civilizzate possono garantire il nascere e crescere di una società più sensibile, più aperta e più pronta ad accogliere il multiculturalismo e la multietnicità che andranno sempre più caratterizzando tutti i popoli e tutti i Paesi del mondo».

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