Torna l’avvelenatore dei pozzi, questa volta contro le «Sardine»: si finge il fondatore pagato dalla sinistra

Qualcuno già lo conosce, altri invece no e non sono ancora vaccinati contro le sue “trollate”

Il solito troll della rete Gian Marco Saolini pubblica l’ennesimo video fasullo dove si finge qualcuno: questa volta il fondatore del movimento delle cosiddette «Sardine» sostenendo di essere stato pagato da un partito di sinistra per creare il tutto.

Saolini, che in passato fingeva di essere il nostromo della nave Sea Watch e un sacco di altri personaggi, questa volta interpreta il ruolo del fondatore del movimento delle «Sardine» che finge di parlare a telecamere e microfoni spenti a dei giornalisti che lo stanno intervistando, il tutto per inscenare un falso scoop giornalistico dove «si scopre» che era stato pagato da un partito di sinistra per mobilitare gli attivisti contro Matteo Salvini.

Il post con il video del falso fondatore delle «Sardine».

Le reazioni ci sono, da chi ormai lo conosce e da chi invece non è stato vaccinato cascando sulle sue bufale e screditando gli attivisti:

Sinceramente a lui della politica non gliene frega niente…e come questo ragazzo tanti altri …per questi ragazzi conta avere nelle tasche dei soldi…e poi ??!!..ecco i risultati….lasciate perdere quei schifosi della sinistra e dei centri sociali…

La condivisione di Beppe che casca nel video trappola.

Non è l’unico, gli esempi sono tanti e basta cercarli:

Schifosi sinistroidi sempre lo stesso metodo

La condivisione di Domenico che casca nel video trappola.

L’operato di Saolini attraverso queste interpretazioni non è passato inosservato. Nel 2016 si era finto un imprenditore italiano in Russia, di nome “Marco Corrosa”, che avrebbe rifiutato da parte di Matteo Renzi un viaggio in Italia per votare a favore della riforma costituzionale che doveva essere votata attraverso il referendum.

Il post con il video di Saolini che si fingeva “Marco Corrosa”.

Aveva anche bruciato una lettera falsa del PD per inscenare il suo rifiuto.

La falsa lettera bruciata.

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