Migranti, si dichiara colpevole l’autista del camion in cui morirono 39 persone dirette nel Regno Unito

Il giovane 25enne si è riconosciuto colpevole di coinvolgimento nell’immigrazione clandestina e per aver ricevuto denaro di provenienza criminale

Nuova svolta nell’indagine sulle 39 persone di origine vietnamita trovate morte il 23 ottobre in un camion in sosta in un parcheggio industriale nell’Essex, una contea a sud di Londra, nel Regno Unito. La svolta nel caso arriva dopo la confessione: l’autista del camion, Maurice Robinson, si è dichiarato colpevole di coinvolgimento nell’immigrazione clandestina. Robinson, 25enne originario dell’Irlanda del Nord, era stato arrestato subito dopo il ritrovamento dei corpi con l’accusa di far parte di una rete internazionale di trafficanti. Sarebbe stato lui a trasportare i 39 migranti dal Belgio fino all’Essex.


Estradizione per il secondo autista

In un video-collegamento dalla prigione di Belmarsh, Robinson si è riconosciuto colpevole di due dei 43 capi d’imputazione – ovvero per il coinvolgimento nell’immigrazione clandestina e per aver ricevuto denaro di provenienza criminale – non rispondendo quindi alle accuse di omicidio colposo delle 39 persone trovate nel camion. Nel frattempo, la polizia ha avviato la procedura di estradizione dall’Irlanda al Regno Unito nei confronti di un ragazzo di 22 anni Eamonn Harrison, anche lui accusato di omicidio colposo e di traffico di essere umani. Sarebbe stato Harrison a guidare il camion nella tratta precedente fino al porto di Zeebrugge in Belgio.


Le vittime

A inizio novembre le 39 vittime sono state identificate dalla polizia britannica: sarebbero tutte di origine vietnamita e non cinesi, come ipotizzato inizialmente. Il primo indizio è stato un messaggio inviato dal cellulare di una giovane ragazza 26enne, Pham Thi Tra My, ai suoi famigliari per informarli che il suo viaggio non era andato a buon fine. Con lei hanno perso la vita anche due ragazzi di 15 anni, i più giovani “passeggeri” del camion.

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