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Malta, omicidio Caruana: si dimettono anche due ministri

26 Novembre 2019 - 16:04 Redazione
A lasciare l'incarico sono il ministro del Turismo Konrad Mizzi ed il ministro delle finanze Chris Cardona

Il caso Caruana scuote nuovamente il governo maltese: questa volta a dare le dimissioni sono il ministro del Turismo Konrad Mizzi ed il ministro delle finanze Chris Cardona. Entrambi si sono autosospesi dall’incarico. Lo riferiscono i media locali. Cardona era stato interrogato dalla polizia sabato. Stamattina, 26 novembre, Keith Schembri, il capo di gabinetto del primo ministro maltese Joseph Muscat, ha presentato le dimissioni. A riferirlo sono stati i siti del Times of Malta e del Malta Independent. Le dimissioni arrivano in concomitanza con l’interrogatorio con le forze dell’ordine a cui Schembri dovrà sottoporsi in merito al caso Caruana. La giornalista d’inchiesta maltese Daphne Caruana Galizia è stata uccisa da un’autobomba il 16 ottobre del 2017 a Bidnija. Il 23 novembre scorso, migliaia di persone si sono riunite davanti all’ufficio di Muscat a La Valletta per chiedere ancora le sue dimissioni in relazione alle interferenze politiche nel caso. Gli organizzatori delle proteste, provenienti da gruppi della società civile, hanno insistito sul fatto che «se il premier avesse rimosso in tempo il suo capo staff, Keith Schembri, e il ministro del Turismo, Konrad Mizzi, Daphne Caruana Galizia sarebbe ancora viva». «Per proteggere i suoi amici», hanno accusato i manifestanti, «Muscat ha soffocato lo stato di diritto, ha permesso di seminare impunità e ora Malta raccoglie violenza». Il giorno precedente, precisamente il 22 novembre, il businessman Yorgen Fenech, indagato per essere il mandante dell’omicidio, era stato nuovamente arrestato dopo le perquisizioni del suo yacht da parte degli inquirenti. Fenech era al centro delle indagini di Caruana: l’uomo d’affari è a capo di “17 Black“, una società fantasma registrata a Dubai che – secondo quanto scoperto dalla reporter uccisa – avrebbe dovuto fare dei pagamenti per oltre 1,5 milioni di euro a delle società offshore a Panama di proprietà proprio di Schembri e Mizzi, allora ministro dell’Energia. .

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