Omicidio Sacchi, Anastasia e la visita al negozio con le telecamere di sorveglianza – L’informativa dei carabinieri

Anche Luca usava il sistema di messaggistica criptata Signal. Perché?

Giovanni Princi e Anastasia Kylemnyk. A leggere l’informativa dei Carabinieri che hanno indagato sul caso, sembrano loro due, uno dei più cari amici di Luca e la fidanzata di quest’ultimo, i veri protagonisti della morte del giovane personal trainer, ucciso con un colpo alla tempia la notte tra il 23 e il 24 ottobre a Roma, nel quartiere Appio Latino.


Nel giorno in cui tutti gli arrestati, compreso Princi, hanno scelto di non rispondere alle domande del gip e mentre si attende l’interrogatorio di Anastasia, previsto per domani mattina (4 dicembre) da quegli atti emergono almeno due particolari interessanti.


Il primo è che Anastasia, poco dopo la morte di Luca, quando i carabinieri sono arrivati sul posto per avviare le indagini li ha seguiti almeno in un accertamento. Un particolare che alimenta il dubbio che la ragazza volesse sapere cosa facevano i militari.

A raccontarlo è il titolare del negozio di tatuaggi che si trova proprio accanto al pub all’interno del quale si era visto il gruppo di ragazzi che avrebbe concordato l’acquisto di 15 chili di marijuana. Quella sera, a tarda notte, saputo della sparatoria, l’uomo decide di tornare nel negozio per verificare cosa stia accadendo. E appena arriva, i carabinieri lo avvicinano per chiedergli se abbia telecamere di sicurezza:

«Aggiungo che mentre i Carabinieri mi stavano smontando l’apparato suddetto, all’interno del mio esercizio entrava una ragazza, ricordo di circa 20 anni, con i capelli rossi, la quale gentilmente mi chiedeva se poteva andare al bagno. lo rispondevo di si e gli indicavo dove fosse, uno dei militari presenti mi faceva notare che la ragazza appena entrata era la fidanzata del giovane ehe era stato vittima dell’attentato. Dopo alcuni minuti la stessa usciva dal negozio e notavo che si metteva seduta sul marciapiede di fronte il vicino negozio di gommista. Voglio far presente che la mattina seguente, pulivo il bagno e notavo che nello svuotare il cestino della carta, i fazzoletti presenti erano sporchi di sangue».

Atteggiamento freddo anche quello dell’amico della coppia. Subito dopo la sparatoria e la morte di Luca, Giovanni Princi (che le telecamere mostrano sempre accanto ai due mediatori mandati dagli spacciatori di San Basilio) è lucido. Non solo: sembra concordare le mosse mentre il cadavere dell’amico è a terra. Stavolta a parlare è l’annotazione dei Carabinieri:

«Subito dopo la sparatoria Giovanni Princi sì è avvicinato a due giovani fermi sul marciapiede antistante all’ingresso del pub, di cui uno dovrebbe identificarsi in Marino Munoz Domenico Costanzo. Princi, dopo aver interloquito con i predetti ragazzi, si è diretto verso il luogo ove si trovava disteso, esanime, Sacchi Luca».

Insomma, era calmo ed è possibile che abbia concordato una versione da riferire agli investigatori. Tant’è vero che, ascoltato come persona informata sui fatti, Munoz non darà nemmeno un particolare sugli accordi per l’acquisto di droga che stanno alla base della morte di Luca. Dirà, semplicemente, che era a prendere una birra con gli amici e sono stati rapinati. Anche se fornisce un elemento di verità quando ammette che Luca usava con lui un sistema di messaggistica criptata, Signal. Lo stesso che avrebbe usato Princi.

E dire che Princi, ultimamente, era sempre con Luca. A ottobre si erano iscritti nella stessa palestra. Luca però ci è andato due volte appena e mai come personal trainer. Il 21 ottobre, mentre è ad allenarsi si sente male. E chi è che lo accompagna a casa? Princi, ovviamente, con la macchina di Anastasia. Almeno nell’ultimo mese dunque, i tre erano inseparabili.

In copertina Anastasia la sera del 2 dicembre, durante il controllo presso i Carabinieri

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