Anno nuovo, vecchie battaglie: il pressing del M5S sulle concessioni autostradali

Dal Blog delle Stelle il nuovo attacco ad Aspi sulla scorta della Spagna, dove il governo di Pedro Sanchez che «ha deciso di avocare a sé dall’1 gennaio 2020 la gestione di alcune superstrade e autostrade della penisola Iberica, finora affidate in concessione a privati»

A quarantotto ore dall’ultimo post in cui chiedeva la revoca delle concessioni autostradali ad Aspi dopo il crollo di calcinacci sulla volta della galleria sull’A26, il blog delle Stelle, organo ufficiale del Movimento 5 Stelle, torna all’attacco di Società Autostrade. E lo fa citando l’esempio spagnolo. «Mentre in Italia le autostrade cadono a pezzi e ancora si discute di revoca delle concessioni, in Spagna si sceglie di nazionalizzarle», si legge nel blog.


Il M5S prende ad esempio il governo di Pedro Sanchez che «ha deciso di avocare a sé dal 1° gennaio 2020 la gestione di alcune superstrade e autostrade della penisola Iberica, finora affidate in concessione a privati. Nello specifico parliamo della spagnola Albertis, società controllata dal gruppo Atlantia, la holding che fa capo alla famiglia Benetton, e di non rinnovare la proroga delle concessioni scadute per la gestione della rete di autostrade e superstrade, che da oggi saranno gestite con finanziamenti pubblici».


Insomma, il Movimento non indietreggia:«Ai primi posti della nuova agenda di governo va inserita la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l’affidamento della gestione ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali». Soprattutto «lo dobbiamo alle 43 vittime del Ponte Morandi e alle loro famiglie, che ancora aspettano una risposta. La daremo e non solo a loro, ma a tutto il Paese».

Per il Movimento «che la revoca costi 23 miliardi allo Stato è “una enorme sciocchezza”, una vera e propria montatura alimentata ad arte per screditare il MoVimento 5 Stelle. Lo ha detto pure la Corte dei Conti nella sua relazione su “Le concessioni autostradali”, nella quale una settimana fa ha invitato chiaramente il Governo “a superare le inefficienze riscontrate, quali l’irrazionalità degli ambiti delle tratte, dei modelli tariffari, di molte clausole contrattuali particolarmente vantaggiose per le parti private, gli investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extraprofitti, la lunghezza delle procedure dopo la scadenza delle vecchie convenzioni”».

Il M5S rivendica i risultati ottenuti: «Intanto la prima buona notizia del 2020 è che non scatta alcun rincaro dei pedaggi autostradali. Poi, in conclusione, l’affermazione dell’identità bipartisan: «Continuiamo a lavorare nell’esclusivo interesse dei cittadini e non per i concessionari di 6 mila chilometri di autostrade. Lo abbiamo fatto quando eravamo al governo con la Lega, lo stiamo facendo anche ora al governo col Pd».

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