Libia, il ruolo dell’Italia. Conte: «Siamo pronti a monitorare la pace. Grazie a Di Maio per l’intenso lavoro»

«L’Europa non è arrivata tardi, ci siamo sempre stati. Noi siamo il Paese più direttamente interessato» ha detto il premier

«L’accordo di oggi prevede dei tavoli successivi. C’è da lavorare intensamente. Quel che è certo è che l’Italia, anche con Di Maio che ringrazio, ha lavorato intensamente», queste le parole del premier Giuseppe Conte parlando, assieme al titolare della Farnesina, al punto stampa dopo la Conferenza di Berlino.


«Speriamo non serva una nuova conferenza perché tutte le riunioni successive saranno i cosiddetti seguiti e in questo l’Italia è disponibile ad ospitare queste riunioni gestite dai vari ministri dei Paesi coinvolti. Ma non è importante il luogo bensì quello che implementeremo» è il commento del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, interpellato su un eventuale nuovo summit in Italia.


«Quello di oggi è un risultato importante perché al tavolo c’erano tutti i soggetti che hanno una grande influenza sulle parti libiche – ha aggiunto – e se tutti concordano sull’accordo raggiunto, ed è così, questo fa ben sperare per il popolo libico e per il Mediterraneo». Alla base del documento «c’è un impegno di tutti gli stakeholders, comunità internazionale compresa, ad evitare ingerenze» in Libia, ha detto Conte.

La reazione di Salvini

«Il governo italiano non si è mosso: in Libia sono arrivati tutti, i turchi, i francesi, tranne l’Italia. E questo è un problema per la sicurezza degli italiani. Nelle ultime ore sento dire da libici che molti terroristi sarebbero partiti per le coste italiane. E questo mi preoccupa molto» ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, in collegamento con “Non è l’Arena” su La7.

L’incontro con Guterres

Il premier italiano, a margine della Conferenza di Berlino, ha incontrato anche il segretario generale delle Nazioni Unite, il portoghese António Guterres. «Dopo la Conferenza di oggi si porrà sicuramente un problema di una forza che possa assicurare le operazioni di pace e monitoraggio» ha detto Conte ai giornalisti. «Ne ho parlato con Guterres, l’Italia è disponibile a dare il suo contributo».

L’idea di avviare una missione di peacekeeping in Libia era circolata già nei giorni precedenti al summit berlinese. L’Italia è già presente sul territorio con le forze della Marina e con la missione Miasit di Misurata, con la funzione di assistenza e supporto. L’idea potrebbe essere quella di rivedere il compito e ampliare il numero dei militari di Misurata, con l’intento di sorvegliare il cessate il fuoco e controllare l’avanzata di Haftar su Tripoli.

Conte resta fermo sulla sua idea che una soluzione militare offensiva non sarà quella più risolutiva. L’Italia, come anticipato da Luigi Di Maio, è decisa a far rispettare l’embargo ma anche a essere «in prima fila per un impegno di responsabilità sul monitoraggio della pace», come dichiarato da Conte. «Anche per le caratteristiche dello scenario libico, così frammentario – ha detto il presidente del Consiglio – pensiamo che un’opzione militare non potrà mai portare a una soluzione definitiva».

«È per questo che confidiamo si possa trovare un nuovo impulso per il rilancio politico del Paese», facendo riferimento a uno dei punti fondamentali della Conferenza, quello della stabilizzazione dell’area con un governo nazionale riconosciuto da tutte le parti in gioco. «Non chiediamo ad al Sarraj di fare un passo indietro, ma a tutti i di fare un passo in avanti». In merito al ruolo europeo in Libia, lo stesso al Sarraj, capo dell’attuale governo di autonomia nazionale riconosciuto dalla comunità internazionale, si era espresso definendolo come un intervento «tardivo e divisivo» per il Paese nordafricano.

«L’Europa non è arrivata tardi, ci siamo sempre stati. Noi siamo un Paese dell’Europa, siamo un Paese più direttamente interessato. Nelle ultime fasi l’Europa sta maturando la grande convinzione che su questi dossier deve muoversi con la massima determinazione e con una voce sola» ha concluso Conte.

Foto in copertina: Ansa

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