Bologna, picchiata e rapinata a 15 anni in strada: si era inventato tutto, denunciata

L’aggressione era una messinscena, la ragazza e il suo complice sono stati denunciati per procurato allarme e simulazione di reato

Il 21 gennaio 2020 la candidata Presidente della Regione Emilia Romagna, la leghista Lucia Borgonzoni, pubblica un post dalla sua pagina Facebook ufficiale in cui denuncia l’aggressione di una ragazzina di 15 anni a Bologna:

Dopo il ragazzo accerchiato e derubato l’altro giorno da una gang di stranieri, ennesimo episodio di violenza a Bologna, ai danni di una ragazzina di 15 anni! E la priorità del PD di Bonaccini qual è? Abolire i Decreti sicurezza…! Da presidente dell’Emilia-Romagna istituirò un assessorato alla Sicurezza: tra furti nelle abitazioni, aggressioni, spaccio, degrado, bivacchi di clandestini intorno alle stazioni delle nostre città la situazione sta diventando insostenibile!

Nel farlo condivide un articolo de Il Resto del Carlino di Bologna del 20 gennaio 2020, dove si riportano i particolari dell’aggressione che sarebbe avvenuta nel quartiere Pilastro, lo stesso dove Matteo Salvini si era poi presentato per fare la scena del citofono.

Falsa aggressione

La ragazza era stata soccorsa da alcuni passanti, i quali avevano contattato le autorità, e poi portata presso l’ospedale Sant’Orsola per accertamenti. Il 22 gennaio 2020 lo stesso quotidiano pubblica un articolo dal titolo «Bologna, ragazzina rapinata al Pilastro. Era una messinscena»:

Era tutto finto. Il caso della rapina ai danni di una 15enne al Pilastro, un paio di giorni fa, era una messa in scena orchestrata dall’adolescente assieme a un amico (il presunto rapinatore), un diciannovenne di origini russe. Lo hanno scoperto ieri sera gli agenti della Squadra mobile, che hanno individuato il giovane mentre si trovava in una pizzeria della provincia con la fidanzata: lo avevano rintracciato grazie a un’app di positioning del telefonino rubato alla ragazzina.

Nel cellulare del telefonino «rubato» alla ragazzina c’erano dei video dove facevano le prove della messinscena. A quel punto il 19enne non poteva fare altro che ammettere il tutto. Nell’articolo si riporta che entrambi i ragazzi sono stati denunciati per procurato allarme e simulazione di reato.

Conclusione

Lucia Borgonzoni si è affidata a una storia, diffusa da una ragazzina di 15 anni che aveva finto l’aggressione ed era stata soccorsa dalle autorità, fatti riscontrati. Il fatto non riscontrato, invece, era proprio l’aggressione che solo dopo le indagini della Squadra mobile si è rivelata un fake.

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